Ballottaggi: Romito denuncia irregolarità, scheda elettorale già votata

Romito denuncia irregolarità

Il candidato sindaco di Bari per il centrodestra, Fabio Romito, ha sollevato gravi accuse contro il candidato del centrosinistra, Vito Leccese, riguardo presunte irregolarità durante il ballottaggio . Romito sostiene che in una sezione elettorale … continua a leggere

Minacce social a Romito, candidato del centrodestra a Bari, “Sparati e starò meglio”, la Digos indaga

Minacce a Fabio Romito

Fabio Romito, candidato Sindaco del centrodestra alle prossime Comunali di Bari, è stato bersaglio di gravi minacce via social. Un messaggio inquietante, ricevuto sulla sua pagina Facebook, recitava: “Sparandoti mi daresti sollievo mentale ed economico, … continua a leggere

Bari, Arrestato suprematista pugliese, era pronto al sacrificio estremo e a compiere azioni violente

Bari, Arrestato suprematista pugliese, era pronto al sacrificio estremo e a compiere azioni violente

Il ragazzo, della provincia di Bari, indagato per terrorismo internazionale, arruolamento, propaganda istigazione a delinquere, discriminazione razziale etnica e religiosa (accertamento ancora nella fase delle indagini preliminari, in attesa del contraddittorio con la difesa), è stato arrestato, stamattina, dalla Polizia di Stato, tramite ordinanza emessa dal GIP del locale Tribunale, su richiesta della Procura.

Su di lui ci sarebbero gravi indizi di colpevolezza, come si evince dalle indagini avviate nel 2021 dalla DIGOS della Questura di Bari e dal Servizio per il Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione – Ucigos.

Secondo l’accusa il giovane, apparterrebbe all’organizzazione terroristica suprematista statunitense “The Base” (indagini preliminari in attesa di verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) e avrebbe utilizzato il canale “Sieg Heil”, riferimento virtuale dell’estrema destra, per promuovere contenuti antisemiti, misogini e di matrice neonazista, dichiarando di essere pronto anche a uccidersi e a compiere azioni violente pur di affermare l’ideologia.

Riscontri di tali elementi, come la volontà di procurarsi armi e la capacità di costruire ghost gun da realizzare attraverso l’acquisto di una stampante 3D, sarebbero stati trovati nelle intercettazioni ambientali, nei suoi device, sequestrati nel corso di una perquisizione in casa sua.

Dall’indagine è anche emerso che il giovane, attraverso il Web, si sarebbe radicalizzato, entrando in contatto con il leader dell’organizzazione terroristica, dal quale sarebbe stato indottrinato con l’obiettivo di diffondere l’ideologia dell’organizzazione anche in Italia attraverso un’attività di proselitismo (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa).

Tante le contromisure adottate dal giovane per sviare le investigazioni, andate a buon fine durante una precedente perquisizione. Inoltre, gli inquirenti hanno scoperto che l’indagato agiva sul nostro territorio come “lone wolf”, che per difendere la razza bianca era pronto al sacrificio estremo, che, per l’Italia, aveva assunto il ruolo di comandante della base, ovvero di referente unico dell’organizzazione e che, attraverso il Web, aveva già creato una cellula terroristica composta da 3-4 membri.

Oltre alle armi, sequestrate nel corso della perquisizione domiciliare, sulle cui custodie c’erano scritte in runico (alfabeto) – tra cui la “runa othala” – i nomi di TRAINI, BREIVIK e TARRANT, noti suprematisti responsabili di gravi eccidi terroristici, gli investigatori hanno notato allarmanti similitudini con il materiale utilizzato da Payton Gendron, il diciottenne statunitense, autore dell’attentato commesso a Buffalo (USA) il 14 maggio 2022, durante il quale assassinò 10 persone e ne ferì tre.

Infatti, anche sulle armi del diciottenne di Buffalo, erano siglati i nomi dei terroristi bianchi TARRANT e BREIVIK oltre i simboli dell’ideologia di estrema destra e la “runa othala” nazionalsocialista.

E’ importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura cautelare odierna, seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa dell’indagato, la cui eventuale colpevolezza, in ordine alle ipotesi di reato contestate, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio delle parti.

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Bari, terrorismo e istigazione a delinquere, fermati 4 albanesi da anni in Italia. Il Covid? Un inviato di Allah per punire gli occidentali

Bari, terrorismo e istigazione a delinquere, fermati 4 albanesi da anni in Italia. Il Covid? Un inviato di Allah per punire gli occidentali

Bari, terrorismo

Quattro cittadini di origine albanese, da anni residenti in Italia, sono stati gravati da un’ordinanza applicativa di misure cautelari emesse dal G.I.P. del Tribunale di Bari, su richiesta del Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia. Il provvedimento è stato eseguito dai poliziotti della DIGOS di Bari.

Su di loro graverebbero pesanti indizi di colpevolezza (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) per finanziamento di condotte con finalità di terrorismo in concorso e istigazione a delinquere aggravata.

I provvedimenti scaturiscono da un’indagine della DIGOS di Bari, avviata nell’aprile 2020, anche sulla base delle informative dell’AISI (Agenzia informazioni e sicurezza interna), sviluppate con il coordinamento info­operativo della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione (Servizio Contrasto al Terrorismo Esterno), da cui emergono gravi indizi a carico dei 4 albanesi.

Secondo l’impostazione accusatoria, i quattro,  insieme ad altre persone, in via di identificazione, avrebbero raccolto e messo a disposizione denaro destinato, tutto o in parte, ad attività terroristiche.

In particolare, l’iniziativa consisteva nel promuovere, nell’ambito della Comunità Islamica di Bari, una raccolta fondi destinata a offrire assistenza ad un imam albanese, arrestato nell’aprile 2014 dalle autorità albanesi con l’accusa di aver guidato una cellula di reclutamento dell’ISIS, attiva nell’area balcanica, che operava nelle moschee.

L’imam, inoltre, era stato ritenuto, responsabile dell’invio di decine di combattenti in Siria e di aver promosso una divisione religiosa tra la popolazione musulmana albanese e la comunità cristiana. Per questo, dalla giustizia albanese, era stato condannato, in via definitiva, a 17 anni di carcere.

Le indagini, svolte con moderne tecniche di monitoraggio delle comunicazioni via web, associate a capillari controlli del territorio, hanno consentito di raccogliere gravi indizi in merito alle condotte dei quattro, circa la detenzione di video ed audio di propaganda dell’Isis/Daesh, la condivisione di documenti e comunicati di ideologia filo-jihadista, tradotti in lingua albanese, (tra cui comunicati a ex leaders dello Stato Islamico – Abu Bakr AL BAGHDADI e del suo successore Ebu Ibrahim El Hashimi EL KURESHI), proclami redatti dallo stesso imam.

I quattro soggetti, secondo l’impostazione accusatoria e sempre salva ogni valutazione nelle fasi processuali successive alle indagini, nel contraddittorio delle parti, avrebbero evidenziato, nel corso delle investigazioni, un’attestazione religiosa radicale, secondo la quale anche il “Covid 19”, in perfetta linea con alcune teorie di matrice jihadista, doveva essere considerato “un minuscolo soldato di Allah”, inviato sulla Terra per punire la miscredenza degli occidentali.

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Bari, Brindisi e Foggia, blitz della DIGOS nelle sedi di ‘Forza Nuova’, perquisiti i responsabili vicini ai vertici nazionali

Bari, Brindisi e Foggia, blitz della DIGOS nelle sedi di ‘Forza Nuova’, perquisiti i responsabili vicini ai vertici nazionali

Stamattina gli agenti delle D.I.G.O.S. di Bari, Brindisi e Foggia, coordinati dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia-Antiterrorismo di Bari, hanno  perquisito 4 esponenti del movimento politico Forza Nuova, … continua a leggere

Bari, terrorismo Isis/Daesh, arrestato 36enne, aiutò i terroristi del Bataclan

Bari

Era ospite del Centro di Permanenza Rimpatrio Bari-Palese (CPR), il 36enne algerino che supportò gli autori degli attentati terroristici del teatro ‘Bataclan’, ‘Stade de France’ e di quelli concentrati nel ‘I, X e XI arrondissement’ di Parigi del 13 novembre 2015. (Art. 61, 270 Bis e 270 Sexies c.p.) T.A., proveniente dal C.P.R. di Torino, nel 2018, aveva già avuto un provvedimento di espulsione del Prefetto di Milano ed era stato arrestato nel capoluogo lombardo per reati contro il patrimonio, con a carico le segnalazioni a Schengen ed Interpol, da parte delle autorità britanniche e francesi per “attività correlate al terrorismo”.

Durante il monitoraggio degli ospiti del CPR barese, la Sezione Antiterrorismo, DIGOS – Questura di Bari e il Servizio al Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo Esterno della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione/UCIGOS, su delega della DDA, hanno appreso che l’uomo era intenzionato a ritornare in Francia. Fermato per i reati di uso, detenzione e fabbricazione di documenti falsi e/o contraffatti (artt. 110 e 497 Bis 2° comma c.p.), il 36enne, nel 2020, era stato condannato, in primo grado, a 2 anni e 8 mesi di reclusione; pena, che, i primi del 2021, in secondo grado, gli è stata ridotta di otto mesi dalla III Sezione Penale della Corte di Appello di Bari.

Ulteriori indagini, condotte nel carcere di Bari dalla DDA e affidate agli investigatori della DIGOS barese, grazie alle intercettazioni ambientali mirate, alle analisi effettuate sul suo cellulare, al Coordinamento di Eurojust e delle Autorità francesi e belga, hanno permesso di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico dell’uomo sulla sua partecipazione attiva nell’ISIS e sul suo diretto supporto agli autori degli attentati terroristici del teatro ‘Bataclan’, ‘Stade de France’ e di quelli concentrati nel ‘I, X e XI arrondissement’ di Parigi del 13 novembre 2015. (Art. 61, 270 Bis e 270 Sexies c.p.).

Appurate le evidenze, il 3 marzo u.s., la Direzione Distrettuale Antimafia di Bari ha emesso nei confronti di T.A. un nuovo provvedimento di fermo per partecipazione all’associazione terroristica internazionale ISIS-DAESH, fermo convalidato il 5 marzo dal G.I.P. del Tribunale di Bari, con la contestuale applicazione della misura cautelare in carcere.

Durante la conferenza stampa tenutasi oggi presso il Centro Polifunzionale della Polizia di Stato di Bari, presieduta dal Procuratore della Repubblica f.f. Dr. Roberto Rossi, hanno partecipato cui il Procuratore Aggiunto Dr. Francesco Giannella e i Funzionari della Polizia di Stato.