Alcol etilico al posto del disinfettante: La Gdf di Treviso scopre traffico milionario da Nord a Sud Italia

Alcol etilico al posto del disinfettante

La Guardia di Finanza di Treviso interrompe un ingente traffico internazionale di alcol etilico contrabbandato, diretto verso il Sud Italia e camuffato da disinfettante. Due denunciati, sequestri importanti e oltre un milione di euro di tasse evase.

Un imponente traffico illecito di alcol etilico è stato scoperto dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Treviso. L’operazione ha permesso di intercettare un flusso continuo di prodotto non dichiarato proveniente dall’estero, quantificato in ben 120mila litri. Questa vasta attività di contrabbando ha causato un danno erariale significativo, stimato in circa 1,4 milioni di euro in termini di Accisa e IVA non versate.

Le indagini hanno portato alla denuncia formale di due individui ritenuti partecipi a questa filiera criminale. Contestualmente, gli investigatori hanno posto sotto sequestro un autoarticolato impiegato per il trasporto della merce illegale, insieme a un primo consistente carico del prodotto alcolico intercettato.

Le investigazioni condotte dalle Fiamme Gialle trevigiane, svoltesi sotto la direzione e il coordinamento della Procura della Repubblica locale, hanno permesso di ricostruire con precisione il modus operandi e il percorso seguito dal contrabbando. L’alcol, acquistato o comunque prelevato in Polonia, veniva introdotto illegalmente nel territorio italiano attraversando i valichi di confine situati nelle province nord-orientali di Gorizia, Udine e Trieste.

La destinazione finale della merce non era il Nord Italia, ma località strategicamente individuate nel Mezzogiorno, precisamente nell’area compresa tra le province di Napoli e Reggio Calabria. Per eludere i rigorosi controlli stradali effettuati dalle pattuglie della Guardia di Finanza – deputate alla verifica della natura e della tipologia delle merci che transitano sulle nostre strade – i trafficanti facevano ricorso a un espediente sofisticato e ingannevole: l’alcol etilico viaggiava scortato da documentazione completamente falsa che lo descriveva, in modo mendace, come semplice liquido disinfettante. Un tentativo studiato per mascherare la vera identità del carico ed evitare il pagamento delle dovute imposte.

I due soggetti finiti nel registro degli indagati a seguito di questa operazione – un cittadino di nazionalità polacca e un cittadino italiano -, dovranno ora affrontare accuse serie. Le contestazioni mosse nei loro confronti riguardano la sottrazione all’accertamento e, di conseguenza, al pagamento dell’Accisa dovuta sui prodotti alcolici e l’irregolarità nella circolazione di tali prodotti, in chiara violazione delle specifiche normative che regolano il settore delle accise.

L’intera indagine ha preso il via lo scorso febbraio, quando un camion giudicato sospetto è stato fermato e sottoposto a un controllo approfondito al casello autostradale di “Venezia Est”. Il mezzo trasportava, celati dalla falsa documentazione, 24mila litri del prodotto illecito. Il fermo del mezzo pesante e del relativo carico non ha rappresentato un punto di arrivo, quanto piuttosto il punto di partenza per un’attività investigativa molto più vasta e complessa.

L’obiettivo primario degli inquirenti è diventato quello di disarticolare l’intera filiera illecita a monte e a valle del trasporto, identificando il particolare canale di contrabbando utilizzato. A tal fine, con il supporto operativo di altri Reparti della Guardia di Finanza distribuiti sul territorio nazionale – specificamente il Gruppo di Frosinone nel Lazio, la Compagnia di Casalnuovo di Napoli e la Compagnia Pronto Impiego di Aversa, entrambe in Campania – sono state eseguite quattro perquisizioni mirate. Queste attività investigative hanno interessato sia domicili privati che sedi di ditte situate tra le province di Frosinone (Lazio), Napoli e Caserta (Campania), coinvolgendo soggetti italiani che le indagini preliminari hanno indicato come attivamente implicati nel traffico.

L’accuratezza dell’attività investigativa non si è limitata alle sole operazioni sul campo e ai controlli su strada. È stata condotta una meticolosa e complessa analisi investigativa, basata sull’esame approfondito dei tabulati telefonici e sull’incrocio delle informazioni disponibili nella banca dati V.I.E.S. (il sistema comunitario di scambio informazioni sull’IVA). Questa fase analitica ha permesso di fare una scoperta ulteriore e significativa.

È stato accertato che il carico intercettato in provincia di Treviso non costituiva un episodio isolato all’interno della strategia criminale. Secondo le identiche modalità fraudolente già descritte, i contrabbandieri erano riusciti a introdurre in Italia, prima del fermo e del sequestro, altri 96.000 litri di alcol etilico, anch’esso proveniente dalla Polonia.

Anche questo ingente quantitativo era stato astutamente camuffato come igienizzante e trasportato utilizzando falsi documenti. Tali documenti fittizi attestavano un acquisto che in realtà non era mai avvenuto, indicando come presunta acquirente un’azienda con sede in provincia di Caserta, la cui attività economica dichiarata era, curiosamente, il commercio di prodotti ortofrutticoli – una copertura evidentemente studiata per non destare sospetti.

Sulla destinazione finale dell’ingente quantitativo di alcol etilico, le ipotesi investigative puntano verso un impiego illecito. Si ritiene che il prodotto fosse destinato a essere utilizzato per la produzione illegale di bevande alcoliche di vario genere. Questa produzione sarebbe avvenuta all’interno di laboratori clandestini, verosimilmente operanti nelle aree di destinazione finale nel Sud Italia. Tra i prodotti che si possono ottenere con alcol etilico non trattato e non controllato rientrano superalcolici come whisky, grappe, limoncelli, vari tipi di liquori, gin, vodka e altri distillati, spesso realizzati senza alcun controllo igienico-sanitario e con materie prime di dubbia provenienza, rappresentando un serio rischio per la salute dei consumatori.

Questa operazione presenta, infatti, evidenti analogie con un’altra indagine di successo condotta in precedenza, l’operazione denominata “SPECIAL ALCOLE”, conclusa nel luglio 2024 sempre dai finanzieri del Gruppo Treviso. Quella precedente attività aveva portato alla denuncia di 20 persone (con l’arresto di una di esse) per traffico di superalcolici, all’accertamento di accise e I.V.A. evase per 11,5 milioni di euro accumulate tra il 2022 e il 2024, e alla scoperta e al sequestro di ben tre laboratori clandestini ubicati in diverse province meridionali, tra Foggia (Puglia), Napoli e Caserta (Campania), confermando un modus operandi e una dislocazione geografica dei traffici illeciti.

L’attività operativa condotta dalla Guardia di Finanza di Treviso riveste una duplice importanza. Da un lato, permette di interrompere un pericoloso fenomeno fraudolento su larga scala che danneggia gravemente l’economia legale del Paese, falsando la concorrenza e penalizzando gli operatori commerciali onesti che rispettano le regole e versano regolarmente le imposte. Dall’altro lato, questa operazione conferma, ancora una volta, l’importanza strategica del controllo costante e capillare della viabilità, sia quella primaria ad alta percorrenza che quella secondaria, esteso all’intero territorio regionale. Un presidio efficace delle pattuglie su strada, attivo anche in orari notturni e nei giorni festivi, e supportato da un’attenta analisi dei flussi veicolari ritenuti potenzialmente a rischio, si dimostra uno strumento investigativo fondamentale e altamente efficace per contrastare in maniera incisiva i traffici illeciti transfrontalieri e interni.

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Elvira Zammarano

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