Protesta insegnanti di sostegno
A Bari, centinaia di insegnanti di sostegno precari si sono riuniti davanti all’Ufficio Scolastico Regionale in via Castromediano, quartiere San Pasquale, per protestare contro l’accesso privilegiato di alcuni docenti che hanno ottenuto la specializzazione in Paesi esteri, scavalcando coloro che hanno completato il percorso abilitante in Italia. I manifestanti, provenienti da tutte le province pugliesi, hanno espresso forte indignazione verso un sistema che, a loro avviso, penalizza chi ha investito anni e risorse nella formazione locale.
Una protesta simbolica e provocatoria
I docenti, in attesa di essere chiamati dopo aver partecipato ai concorsi del 2020 e 2023, denunciano un sistema che sembra favorire chi ha ottenuto il titolo di specializzazione all’estero. Ogni anno, nuovi concorsi continuano a rimescolare le graduatorie, facendo sì che molti insegnanti già idonei rischino di non ricevere mai una chiamata.
Durante la manifestazione, oggetti simbolici come dadi con numeri e tessere del gioco Monopoli sono stati esposti per rappresentare il senso di incertezza e frustrazione. La protesta, organizzata da sindacati come Snals, Flc Cgil, Uil Scuola, Gilda e Anief, ha attirato l’attenzione pubblica sul tema, con un confronto diretto tra i rappresentanti dei docenti e il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, Giuseppe Silipo.
Il sistema di reclutamento e le polemiche sui titoli esteri
La questione principale riguarda la possibilità di acquistare titoli di specializzazione per l’insegnamento di sostegno nei Paesi dell’Est Europa. Questo meccanismo ha permesso a numerosi docenti di inserirsi nelle graduatorie italiane, superando chi ha affrontato il percorso formativo italiano. Gli insegnanti pugliesi sostengono che tali pratiche abbiano creato una concorrenza sleale, penalizzando chi ha seguito le regole del sistema italiano.
Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione, ha risposto alle proteste dichiarando: “È una polemica incomprensibile. Se vogliamo l’Europa, dobbiamo rispettarne le regole. Il Consiglio di Stato ha stabilito che anche i docenti abilitati all’estero devono essere inclusi nelle graduatorie”.
Valditara ha inoltre sottolineato che il Ministero sta adottando misure per verificare l’efficacia dei titoli acquisiti all’estero, garantendo che provengano da istituzioni accademiche riconosciute. “Abbiamo deciso di integrare la preparazione di questi docenti con corsi aggiuntivi organizzati da Indire e dall’Osservatorio per la disabilità”, ha aggiunto il ministro. Il percorso di specializzazione all’estero, infatti, non segue le stesse regole di quello italiano, dove l’insegnante di sostegno ha un ruolo più avanzato e specifico.
La frustrazione dei docenti precari
Il sentimento comune tra i manifestanti è quello di essere stati messi da parte da un sistema che non valorizza adeguatamente la loro preparazione. Nonostante la partecipazione a concorsi pubblici, molti insegnanti pugliesi si trovano ancora senza un posto di lavoro stabile. “È frustrante vedere che chi ha studiato all’estero ottiene la precedenza su di noi, che abbiamo seguito tutto il percorso in Italia”, ha dichiarato uno degli insegnanti presenti alla protesta.
Cosa ci aspetta?
La protesta a Bari è solo l’ultima di una serie di mobilitazioni in tutto il Paese. Il tema dei titoli esteri e della gestione delle graduatorie resta al centro del dibattito, mentre il Ministero continua a cercare soluzioni che possano bilanciare le esigenze degli insegnanti italiani e le regole europee.
Protesta insegnanti di sostegno