L’uomo, tornato libero nel 2016, dopo aver scontato 28 anni di carcere per associazione mafiosa (41 bis c.d.), con un amico, a volto coperto, nel febbraio del 2018, entrò in un’area parcheggio di proprietà della vittima in zona Cecilia, a Modugno, e alla fine di un alterco, gli sparò riducendolo in fin di vita. Nove colpi d’arma da fuoco e Ignazio Gesuito rimase a terra in gravissime condizioni (in seguito perderà l’uso delle gambe).
Le indagini, supportate anche dalle immagini di videosorveglianza, hanno immediatamente rivelato l’autore dell’efferato crimine e il 55enne, boss del quartiere San Paolo, Andrea Montani, conosciuto meglio come “malagnac”, è stato arrestato a Torino per un’ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Bari, eseguita dai Carabinieri di Modugno, su richiesta della Procura.
Le indagini si sono concentrate soprattutto sul movente dell’atto criminale, alla cui base, secondo gli investigatori, ci sarebbe una vendetta. In quanto, nel 2006, Ignazio Gesuito gestiva un negozio di animali e il figlio 18enne di “malagnac”, Salvatore, si era rivolto a lui per l’acquisto di due cani. Durante le contrattazioni tra i due scoppiò una lite che sfociò in rapina. Fu allora che Ignazio Gesuito tirò fuori una pistola, illegalmente detenuta, e sparò al ragazzo, uccidendolo. Reo confesso, Gesuito, in seguito venne condannato a 15 anni di carcere.
Con l’arresto per tentato omicidio con l’aggravante del metodo mafioso, avvenuto a Venaria, in provincia di Torino, dove “malagnac” era ai domiciliari per una rapina commessa a Bari nell’estate del 2018, i Carabinieri hanno chiuso il cerchio intorno al tragico fatto di sangue.