L’insopportabile malamovida barese
Venti cittadini esasperati denunciano degrado e invivibilità, chiedendo risarcimenti e soluzioni urgenti contro il frastuono notturno
La “movida” barese, spesso decantata come motore economico e turistico, mostra ora il suo volto più scomodo, trasformandosi in un vero e proprio incubo per i residenti. Nel cuore del quartiere Umbertino, l’esasperazione ha raggiunto il limite: venti residenti, ma il numero è destinato a crescere, hanno deciso di intentare causa al Comune di Bari, chiedendo un risarcimento complessivo che sfiora il milione di euro. Un’azione legale forte, che irrompe proprio mentre l’estate entra nel vivo e il fenomeno rischia di acuirsi.
Un quartiere sotto assedio: Tra rumore e degrado
La maggior parte dei firmatari abita nel cuore pulsante della movida, tra via Cognetti, via Abbrescia e Largo Adua. Qui, la concentrazione di locali è tale da generare un impressionante “carico antropico” che si dissolve solo alle prime luci dell’alba. Questa situazione pregiudica la quotidianità di chi lavora, di bambini e ragazzi in età scolare, e perfino di persone con disabilità.
I residenti denunciano danni a più livelli: patrimoniali, biologici e psicologici. Primo fra tutti, il deprezzamento degli immobili in un’area che negli ultimi dieci anni ha visto una crescita esponenziale e, forse, “incontrollata” di esercizi commerciali legati alla somministrazione di cibo e bevande, arrivati a quota novanta in pochi isolati.
Chi mai vorrebbe acquistare o vivere in un appartamento dove la quiete è un miraggio? Il diritto al riposo, infatti, è pesantemente violato da schiamazzi ininterrotti dalle 19 fino alle 4-5 del mattino, a cui si aggiungono i rumori musicali provenienti dai locali. Immissioni sonore che superano sistematicamente la “soglia di tollerabilità”, soprattutto dove gli esercizi si basano sull’asporto, trasformando la strada in un prolungamento dei locali stessi.
La congestione non riguarda solo il rumore: anche il traffico è paralizzato, con clacson incessanti e difficoltà per i residenti di accedere alle proprie abitazioni. Non da meno, la sicurezza e il decoro urbano sono compromessi. I residenti hanno più volte sollecitato controlli, in particolare sulla somministrazione di alcol oltre la mezzanotte. E il mattino, ahinoi, strade, marciapiedi, e persino cofani e tetti delle auto, si trasformano in un triste tappeto di bottiglie e bicchieri di plastica. Un vero biglietto da visita per il turismo
Il Comune sotto accusa: I precedenti legali e la richiesta di negoziazione
I legali che rappresentano i residenti, tra cui spicca l’avvocato Ascanio Amenduni, chiedono al sindaco l’adozione di “ordinanze contingibili e urgenti” per arginare il fenomeno. L’Amministrazione comunale e il sindaco Vito Leccese sono chiamati in causa richiamando vari riferimenti normativi. Si parte dall’articolo 28 della Costituzione, che estende la responsabilità di funzionari e dipendenti pubblici all’ente di appartenenza per atti illeciti, fino a sentenze della Corte Europea e della Corte di Cassazione. Queste sentenze hanno già stabilito risarcimenti a privati per danni provocati da attività imprenditoriali, enti pubblici o discoteche. In pratica, il Comune ha trenta giorni di tempo per sedersi a un tavolo e tentare una “negoziazione amichevole” delle richieste risarcitorie.
La nuova Ordinanza sulla Movida
Nei prossimi giorni, il sindaco Vito Leccese dovrebbe incontrare per un ultimo confronto le diverse “anime” della vita notturna barese: residenti, esercenti, e associazioni giovanili. L’obiettivo è annunciare i criteri della nuova ordinanza sulla movida. Sembra che il primo cittadino non voglia riproporre le restrizioni sugli orari di chiusura e le modalità di asporto già sperimentate tra ottobre e gennaio scorsi. L’idea, piuttosto, sarebbe quella di elevare a “norma” il codice di autoregolamentazione proposto dai gestori dei locali.
Tuttavia, l’istituzione permanente di figure come gli “street controllers” o gli “ambasciatori del rumore” è accolta con un certo scetticismo da parte dei residenti. Le sperimentazioni passate, infatti, non hanno portato a cambiamenti significativi. Senza misure più “convincenti”, il rischio di non raggiungere una soluzione condivisa è concreto. E in tal caso, la mozione per chiedere i risarcimenti potrebbe presto vedere un’impennata di adesioni. La palla, ora, passa definitivamente all’amministrazione comunale: saprà trovare l’equilibrio tra lo svago notturno e il sacrosanto diritto al riposo?
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L’insopportabile mala movida barese