Il 21enne Filippo Manni uccide la madre
Un rimprovero la scintilla di una tragedia impensabile a Racale . La confessione shock di Filippo Manni
La tranquilla Racale scossa da un delitto impensabile: Filippo Manni, 21 anni, confessa l’atroce omicidio della madre Teresa Sommario, colpita a morte da un’accetta. Un “banale” rimprovero all’origine di una furia inaudita che getta un’intera comunità nello sgomento.
Un’ombra oscura è calata su Racale, nel cuore del Salento. Un’ombra che ha il volto di Filippo Manni, un ragazzo di appena 21 anni, e il peso di un gesto incomprensibile: l’omicidio della propria madre, Teresa Sommario, 53 anni, stroncata a colpi di accetta alla testa. Un fatto che spezza il respiro e lascia un interrogativo lancinante: come può un rimprovero, per quanto aspro, scatenare una tale barbarie?
È successo mercoledì 18 giugno 2025. I Carabinieri hanno fermato Filippo Manni mentre vagava per le vie del paese, poco dopo il massacro. La confessione, resa davanti alla pm Simona Rizzo e al suo legale, l’avvocato Francesco Fasano, è agghiacciante per la sua lucidità, priva di emotività: “Ad un certo punto mi si è spento tutto. Sono salito al piano di sopra, ho preso l’ascia e l’ho uccisa. Altre volte per scherzo l’ho pensato dicendoglielo e oggi l’ho fatto”. Parole che scavano un abisso tra la normalità e l’orrore, lasciando attoniti chi le ascolta. Nessun segno di pentimento, nessuna lacrima. Solo la cronaca di un gesto irrevocabile.
Teresa Sommario era una madre di tre figli, e la sua vita è stata spezzata in un modo che nessuno avrebbe mai potuto immaginare. Il movente? Un rimprovero, per essere entrato in casa senza salutare. Un’azione quotidiana, un dettaglio insignificante, trasformato in un detonatore di una violenza inaudita. Ma c’è dell’altro, un’altra tessera in questo mosaico di follia. Sembra che la lite fosse anche legata a un’auto danneggiata in un incidente da Filippo nei giorni scorsi, che il carrozziere di fiducia aveva appena riconsegnato
Filippo era tornato in Salento da circa tre settimane, lasciando momentaneamente gli studi di Economia a Roma per partecipare alla festa patronale di San Sebastiano e per iniziare un lavoro estivo come bagnino. Chi lo conosceva lo descrive come un ragazzo tranquillo, appassionato di musica, chitarrista, con il desiderio di lasciare l’università per il Conservatorio. L’arma del delitto, una piccola accetta di proprietà del fratello 17enne, un boy scout, aggiunge un ulteriore, macabro, dettaglio a questa tragedia.
Le indagini, condotte dai Carabinieri della Compagnia di Casarano e dal Nucleo Investigativo di Lecce, stanno cercando di far luce su ogni aspetto di questa vicenda. L’intera comunità di Racale è scossa, incredula, nel tentativo disperato di comprendere. Filippo Manni è stato trasferito in carcere, in attesa di comparire davanti al gip. Per venerdì 20 giugno, il medico legale Alberto Tortorella eseguirà l’autopsia sul corpo della povera Teresa Sommario.
Questo non è solo un fatto di cronaca nera. È uno squarcio nel tessuto sociale, un monito su quanto la violenza possa annidarsi anche negli angoli più inaspettati, dietro volti apparentemente normali. Cosa spinge un ragazzo a tanto? È solo la punta dell’iceberg di un disagio più profondo? E quanto la nostra società è in grado di intercettare e prevenire simili derive?
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Il 21enne Filippo Manni uccide la madre