Carabinieri di Bari confiscano beni agli eredi del boss Lattanzio
Confisca di beni per 2 milioni di euro a Bari. Carabinieri e DDA colpiscono il patrimonio degli eredi di Ruggiero Lattanzio, figura di spicco nel traffico di droga. Un segnale forte contro le mafie.
Un’operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Bari ha portato alla confisca di beni per un valore stimato intorno ai 2 milioni di euro. Il provvedimento, emesso dal Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione di Bari su richiesta della Procura della Repubblica di Bari – Direzione Distrettuale Antimafia, ha colpito il patrimonio di Ruggiero Lattanzio, deceduto il 15 gennaio 2019 a Barletta in un agguato mortale. Lattanzio era considerato un elemento di spicco della criminalità organizzata nella provincia di Barletta-Andria-Trani, più volte indagato e condannato per aver promosso e diretto un’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
L’ordinanza di confisca, frutto delle dettagliate indagini dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bari, ha accertato che il patrimonio, formalmente intestato agli eredi di Lattanzio, derivava dal reimpiego di proventi illeciti. Era già stato sequestrato il 21 aprile 2023. Le risultanze investigative, che verranno valutate nelle fasi processuali successive con il contributo della difesa, hanno delineato con chiarezza la provenienza di questi beni.
Il patrimonio confiscato include sette unità immobiliari, tra cui spiccano una villa e tre lussuosi appartamenti. Sono state requisite anche due autovetture e disponibilità bancarie per un ammontare complessivo di oltre 476.000 euro. Un’aggressione mirata ai beni accumulati illegalmente, che dimostra la capacità delle forze dell’ordine di seguire il denaro, la vera linfa vitale della criminalità organizzata
Le complesse attività investigative hanno permesso di ricostruire minuziosamente le modalità operative attraverso cui Lattanzio, coinvolto in attività delittuose fin dagli anni ’90, riusciva a “ripulire” i proventi dei suoi traffici illeciti. Spesso si avvaleva dei suoi congiunti. I redditi dichiarati ai fini delle imposte erano in netta contraddizione con il tenore di vita e i beni posseduti. Un modus operandi tipico delle organizzazioni criminali, volto a dissimulare la vera origine della ricchezza. “Queste indagini patrimoniali sono fondamentali”, ha ribadito un investigatore, “perché colpiscono la criminalità nel suo punto più vulnerabile: le finanze.”
Questo provvedimento non si limita a devolvere un’ingente somma allo Stato. Presenta un valore aggiunto, essendo il primo provvedimento ablativo eseguito nella regione Puglia – e tra i primi a livello nazionale – nei confronti degli eredi di un boss. Si tratta di un segnale forte, che estende la portata delle misure di prevenzione anche oltre la vita del singolo criminale, aggredendo il patrimonio illecito anche quando intestato ai familiari. Un messaggio chiaro: “la ricchezza criminale non ha futuro”, come si sente spesso ripetere negli ambienti investigativi.
L’importante risultato odierno è il frutto di una proficua collaborazione tra la magistratura e le componenti investigative specializzate nelle indagini patrimoniali. Rappresenta una conferma ulteriore dell’azione di contrasto alla criminalità organizzata, che non si ferma alla prevenzione e repressione dei reati, ma si avvale di attente e scrupolose indagini finanziarie e patrimoniali. Questi sono strumenti preziosi per combattere le nuove, e più subdole, forme di manifestazione delle mafie.
Per ulteriori informazioni, visitare e seguire le piattaforme di informazione WideNews, disponibile al link https://www.widenews.it/ e la pagina Facebook https://www.facebook.com/WideNewsNotizieDalWebb.
Carabinieri di Bari confiscano beni agli eredi del boss Lattanzio