Nuovi indagati per l’omicidio di Piersanti Mattarella: Svelati dettagli inediti

Omicidio Piersanti Mattarella

 

Nel contesto delle indagini sull’omicidio di Piersanti Mattarella, presidente della Regione Siciliana ucciso nel 1980 a Palermo, emergono nuovi sospettati. Si tratta di due uomini, legati alla mafia, accusati di aver eseguito l’omicidio che all’epoca scosse l’Italia. Finora, solo i mandanti dell’agguato, tra cui noti boss Salvatore Riina e Bernardo Provenzano, furono condannati in via definitiva, mentre i killer rimasero nell’ombra. Oggi, l’inchiesta della Procura di Palermo,  guidata di Maurizio de Lucia e Marzia Sabella, ha acquisito nuovi elementi che potrebbero portare finalmente a una svolta nel caso.

Piersanti Mattarella fu assassinato il 6 gennaio 1980, mentre si trovava in auto con la famiglia nei pressi della sua abitazione. Un sicario a volto scoperto lo colpì con otto colpi di pistola, un delitto che Giovanni Falcone aveva a lungo investigato senza riuscire a identificare gli esecutori materiali. Falcone aveva ipotizzato un coinvolgimento di terroristi neri, come Valerio Fioravanti e Gilberto Cavallini, poi scagionati. “C’è una matrice mafiosa nel delitto Mattarella”, aveva affermato Falcone, sottolineando che l’omicidio potrebbe aver coinvolto anche mandanti esterni.

Le recenti indagini hanno portato alla luce prove fotografiche dell’epoca richieste da testate giornalistiche, che potrebbero fornire ulteriori indizi. Per Emilio Miceli, presidente del Centro studi Pio La Torre, “Fonti, prove e verifiche ci dicono che fu un delitto politico maturato dentro un quadro generale di attacco agli equilibri politico-istituzionali del Paese”. Miceli ha paragonato l’omicidio di Mattarella a eventi come la strage di Portella della Ginestra e l’assassinio di Aldo Moro, sottolineando come questi delitti siano parte di una lunga scia di violenza che ha segnato la storia italiana.

Nel frattempo, a Bologna, si commemora un altro tragico anniversario: la strage del Pilastro, avvenuta 34 anni fa. Il triplice omicidio di tre carabinieri da parte della banda della Uno Bianca continua a sollevare interrogativi. I familiari delle vittime chiedono verità e giustizia, sostenendo che molti lati oscuri del caso rimangono irrisolti. Il cardinale Matteo Zuppi, durante una messa in memoria delle vittime, ha esortato a ricercare la verità e ha sottolineato che “la giustizia ci chiede di essere liberi dalla vendetta”.

Le indagini sul Pilastro sono ancora in corso, con un fascicolo aperto contro ignoti per concorso in omicidio. I familiari delle vittime nutrono speranza che il lavoro della Procura di Bologna porti alla luce nuovi dettagli e contribuisca a far cadere il muro di omertà che ha a lungo ostacolato la ricerca della verità.

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Elvira Zammarano

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