Olio Extravergine: Cia Agricoltori, “Un patrimonio ridotto a gadget”

 L’allarme di Italia Olivicola e CIA Agricoltori Italiani sulla svalutazione dell’olio extravergine di oliva

La recente politica di prezzo imposta dalla Grande Distribuzione italiana, che svilisce l’olio extravergine di oliva, suscita preoccupazioni significative in un contesto già complesso per il settore agroalimentare italiano. Con l’arrivo dei dazi imposti dall’amministrazione Trump, l’agricoltura italiana si trova ad affrontare una duplice sfida: mantenere la qualità e il prestigio dei suoi prodotti mentre viene sottovalutata la percezione del valore dell’olio extravergine, ridotto a gadget promozionale.

Secondo Gennaro Sicolo, presidente di Italia Olivicola e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani, “la degenerazione dell’immagine dell’extravergine è stata fermata negli ultimi due anni, ma sta tornando prepotentemente alla ribalta nelle ultimissime settimane”. La questione non riguarda solo il prezzo e la giusta remunerazione per i produttori, ma va ben oltre, toccando la concezione stessa dell’olio extravergine come bene di pregio e elemento cardine della Dieta Mediterranea.

In un mercato dove l’olio extravergine viene proposto a prezzi inferiori ai costi di produzione — 3,99 o 4,49 euro al litro contro i 4,61 euro/kg all’ingrosso per l’olio spagnolo — la sua immagine rischia di subire un danno irreparabile. A peggiorare la situazione, l’olio viene addirittura regalato come gadget per incentivare le vendite, una mossa che Sicolo descrive come “l’olio gadget”, un ulteriore passo verso la mercificazione di un prodotto di alta qualità.

Italia Olivicola ha intenzione di sollevare la questione al prossimo incontro del Tavolo olivicolo, poiché queste politiche commerciali potrebbero avere ripercussioni negative anche sui rapporti con l’amministrazione americana. “Siamo in un mondo globale dove l’informazione corre veloce,” continua Sicolo, sottolineando l’urgenza di una presa di responsabilità da parte della Grande Distribuzione e del settore oleario per arginare il fenomeno del sottocosto e altre operazioni che potrebbero danneggiare l’immagine dell’olio.

La domanda che sorge spontanea è: come riusciremo a convincere i consumatori americani del valore salutistico e culturale dell’olio extravergine se in casa nostra lo trattiamo come un semplice omaggio? La risposta richiede un impegno congiunto e una strategia di comunicazione efficace che possa ribaltare la tendenza attuale.

In conclusione, per difendere il patrimonio culturale e alimentare rappresentato dall’olio extravergine, è essenziale un cambiamento di rotta che coinvolga tutti gli attori della filiera. Una sfida che non può più essere rimandata.

Per ulteriori informazioni, visitare e seguire le piattaforme di informazione WideNews, disponibile al link https://www.widenews.it/ e la pagina Facebook https://www.facebook.com/WideNewsNotizieDalWeb.

Condividi su:
Foto dell'autore

Anna Caprioli

Lascia un commento