LEGGI CON ANNA Sophie Kinsella e il suo inno alla vita e al coraggio delle donne
L’8 Marzo festeggiamolo anche così
Eve, una scrittrice di successo, si risveglia in un letto d’ospedale, spaesata e priva di memoria, ignara del percorso che l’ha condotta fino a lì. Accanto a lei, il marito Nick, il suo costante sostegno, le spiega con delicatezza che ha subito un intervento per rimuovere un tumore al cervello. La diagnosi è devastante: i medici le danno solo diciotto mesi di vita. Di fronte a questa nuova realtà, Eve deve affrontare la sfida di riapprendere le abilità fondamentali della vita quotidiana: camminare, parlare, scrivere. Ma come si spiega tutto ciò ai propri figli? E soprattutto, come si affronta una malattia che minaccia di strapparle via la sua identità di narratrice?
Nel suo nuovo libro “Cosa si prova”, Eve tenta di rispondere a queste domande impossibili. Attraverso brevi capitoli, esplora il labirinto del dolore, cercando di tracciare una mappa verso un lieto fine, per quanto incerto e imperfetto possa essere. La sua memoria compromessa le gioca brutti scherzi: semplici parole come “camicia” o “paraocchi” le sfuggono, lasciandola frustrata e arrabbiata, mentre il controllo della sua vita sembra scivolarle tra le dita.
Eve, abituata a creare mondi con la sua penna, ora si trova intrappolata in una narrazione che non può dirigere. Eppure, non si arrende. Tra le lunghe passeggiate mano nella mano con Nick e le serate in famiglia a giocare a giochi da tavolo, Eve trova momenti di gioia. Nonostante la sua condizione, si concede ancora la gioia di desiderare quel vestito scintillante in vetrina.
Accanto a lei, Nick rappresenta la figura del caregiver per eccellenza. Con pazienza infinita, affronta la quotidianità della malattia di Eve, ricordandole ogni volta la verità che la sua memoria tradisce. Anche le decisioni più forti, come quella di tagliarsi i capelli, devono essere ripetute più volte.
La storia di Eve è un racconto di resilienza, specchio della vita dell’autrice Sophie Kinsella. Con sincerità e coraggio, la Kinsella condivide la sua esperienza, offrendo un messaggio di speranza: anche nei momenti più bui, è possibile riscrivere il proprio finale. Pur essendo una narrazione di dolore, il libro non manca di toccare le corde del desiderio e della gioia, dimostrando che, nonostante tutto, esiste la possibilità di un lieto fine.
LEGGI CON ANNA Sophie Kinsella e il suo inno alla vita
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