Confusi venti di guerra

Situazione in medio-oriente sempre più complessa e delicata. Nella scorsa settimana dalla striscia di Gaza sono stati lanciati due missili di fabbricazione iraniana verso Tel Aviv, bloccati prontamente dal sistema Iron Dome. Israele ha risposto colpendo obiettivi militari mirati senza che alcun civile palestinese ne avesse a subir danno.  Anche la scorsa domenica è stata insanguinata da un attentato  che un giovane terrorista palestinese di 18 anni, Omar Abu Laila, ha messo a segno  ad Ariel, in Cisgiordania. Il ragazzo ha prima accoltellato a morte il 19enne sergente Gal Keidan, gli ha rubato il fucile e poi ha ucciso  il rabbino Achiad Ettinger, padre di 12 figli. Nel frattempo, al diffondersi della notizia, a Gaza, i seguaci di Hamas festeggiavano, secondo l’“usanza”, offrendo ai passanti dolcetti. Pare  quasi che morire in certi luoghi della terra per mano del terrore e dell’odio religioso sia più “normale ”che altrove. Il giovane attentatore, fuggito  ad Abwein, vicino Ramallah, è stato intercettato e ucciso in uno scontro a fuoco  con la polizia e  lo Shin Bet,  l’intelligence israeliana. La striscia di Gaza, oltre a questa situazione estremamente complessa e compromessa dai terroristi, sta inoltre vivendo rigurgiti di democrazia, fortemente osteggiati dal regime. Nell’ultima settimana, infatti, si spara ad altezza d’uomo, e questa volta sono i seguaci di Hamas che lo fanno, sui cittadini palestinesi scesi in piazza per protestare contro il caro vita che li ha ridotti alla fame. Intanto in Europa l’ONU, proprio l’altro giorno, il 18 Marzo, ha proposto sette risoluzioni contro Israele, silenziando il microfono del suo sostenitore   mentre discuteva nel dibattito sui presunti “crimini di guerra” del Paese della Terra Promessa. Sempre più confusi venti di guerra, dunque, soffiano in medio-oriente, e non solo, proprio mentre Israele si prepara al voto.

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Maria Teresa Radogna

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