Ucciso per un litigio social
La Corte di Assise di Bari ha emesso un’esemplare sentenza: Nicola Amoruso e Francesco Ricci sono stati giudicati colpevoli dell’omicidio volontario di Giovanni Colaianni.
Il tragico evento, avvenuto nella notte tra il 21 e il 22 giugno 2023, ebbe luogo sul pianerottolo dell’abitazione di Colaianni, in via Napoli. Qui, il 43enne viveva con il figlio e un fratello disabile. La condanna per i due imputati è stata di 22 anni e 10 mesi per Amoruso e 22 anni e 6 mesi per Ricci, escludendo l’aggravante della premeditazione.
La pubblica accusa, rappresentata dalla pm Desirèe Digeronimo, aveva inizialmente chiesto una pena di 16 anni per ciascuno. Ma, la giuria ha valutato le attenuanti generiche come equivalenti alle aggravanti dei futili motivi.
Ma cosa ha portato a una conclusione così drammatica? Gli investigatori hanno ricostruito una serie di eventi che evidenziano un crescendo di tensioni culminate in tragedia. Tutto ebbe inizio con un botta e risposta di insulti e minacce tra Amoruso e il figlio della vittima.
Una videochiamata su Instagram, da parte di una donna non identificata, aveva dato il via a questo pericoloso confronto. “Infame, ti sparo, ti sbudello, ti faccio ammazzare a te e alla tua famiglia”, queste le parole che avrebbero innescato l’inizio della fine.
Il figlio di Colaianni, che quella sera si trovava al concerto di Battiti Live, ha raccontato di aver ricevuto videochiamate minacciose a partire dalle 22. Un nickname sconosciuto, associato alla foto di una donna, lo aveva contattato con messaggi ingiuriosi e minacce di morte.
La sequenza di eventi non si ferma qui: la stessa donna avrebbe contattato anche la madre e il fratello del ragazzo con minacce simili. Le intimidazioni riguardavano un presunto debito di mille euro, mai chiarito del tutto. Intorno alle 2 del mattino, Amoruso e Ricci si recarono a casa di Colaianni.
Mentre il figlio era ancora fuori, Giovanni scese dopo una citofonata. In quel momento, Amoruso che impugnava un’arma, sparò due colpi fatali al ginocchio e all’addome di Giovanni Colaianni. Mentre Ricci assisteva all’omicidio.
A poche ore dal delitto, il 25enne Amoruso, fu fermato e confessò. Le indagini dei carabinieri, però, non si conclusero qui. In pochi mesi, gli inquirenti identificarono anche Francesco Ricci, riconosciuto grazie alle telecamere di videosorveglianza. Quest’ultimo è stato arrestato a febbraio 2024. Nonostante l’accusa di omicidio, è stato assolto dal reato di detenzione dell’arma.
La famiglia di Colaianni, costituita parte civile, riceverà un risarcimento complessivo di 110mila euro. Le motivazioni della sentenza verranno depositate entro novanta giorni.
Per ulteriori informazioni, visitare e seguire le piattaforme di informazione WideNews, disponibile al link https://www.widenews.it/ e la pagina Facebook https://www.facebook.com/WideNewsNotizieDalWeb.
Ucciso per un litigio social