L’Operazione “ON THE ROAD” dei Carabinieri di Trani e dei Comandi Provinciali di Bari e Foggia, stamattina ha permesso eseguire un decreto di fermo, emesso dalla Procura di Trani nei confronti di 15 soggetti, ritenuti, a vario titolo, gravemente indiziati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti di auto, alla ricettazione e al riciclaggio dei pezzi di ricambio e di rapina a mano armata ai danni di un autotrasportatore.
Gli indagati, in poco più di 2 mesi, avrebbero messo a punto 22 furti d’auto, con contestuale riciclaggio dei pezzi ‘tagliati’ e una rapina a mano armata, commessa lo scorso 1° aprile a in Bitonto, precisamente sulla S.P. 231, ai danni di un autotrasportatore. Nell’occasione, cinque di loro, col volto coperto e armati di fucili a canne mozze, sequestrarono l’uomo, sottraendogli i prodotti alimentari dal furgone frigo. 150 i militari impiegati nell’operazione che rappresenta l’esito duna serie di articolate indagini svolte dalle Sezioni Operative dei Carabinieri di Barletta e di Andria, coordinate dalla Procura di Trani.
Le indagini, già dallo scorso mese di marzo, hanno documentato l’estrema spregiudicatezza del gruppo criminale, attivo soprattutto nelle province di Bari e BAT, i cui associati erano legati tra loro da stretti rapporti fiduciari, assidue frequentazioni, parentele e pregresse co-detenzioni carcerarie.
Le illecite attività del sodalizio si svolgevano essenzialmente tra Andria e Corato, ma sono al vaglio possibili, ‘stabili e intelligenti’, raccordi con cerignolani, addetti al riciclaggio e alla ricettazione della refurtiva. L’inesauribile ‘richiesta’ di tali ‘prodotti’ ha determinato la quotidiana e costante ricerca di auto prestigiose e di recente immatricolazione da rubare, ritenute di facile smercio sul mercato clandestino.
Le indagini hanno anche evidenziato la pericolosità e l’invasività dell’organizzazione, i cui affiliati erano pronti a tutto pur di superare difficoltà e ostacoli. La loro scaltrezza nell’organizzare le risorse, i furti e la successiva “cannibalizzazione” delle auto, anche a distanza, più volte li ha preservati dalle ricerche che le Forze di polizia effettuavano con gli elicotteri.
La piramidale struttura del gruppo era a carico di 4 soggetti di Andria, Corato e Cerignola. Tutti si muovevano secondo collaudate procedure e logica ripartizione dei compiti, utilizzando un protocollo standard, ma con incarichi di interattività reciproca. Pertanto, esisteva:
- una squadra operativa che si attivava quasi ogni notte nella BAT e nel nord barese per rubare 1/2 auto, che venivano poi trasportate nelle campagne di Andria, Barletta e Canosa, anche a spinta, grazie a un’‘auto muletto’;
- varie squadre di ‘tagliatori’ che successivamente sezionavano, per cannibalizzarle, le auto, le cui carcasse rimanevano abbandonate nei campi
- una squadra di ricettatori che caricano i pezzi in appositi furgoni e li consegnano (di solito) all’alba, in 6 diversi depositi di Cerignola.
Ulteriori elementi circa la pericolosità e la meticolosità organizzativa del sodalizio si deducono anche da diversi altri importanti elementi:
– intanto, l’esistenza di una cassa comune con ampia disponibilità di denaro per le retribuzioni degli affiliati e per ulteriori investimenti nell’attività illecita (come l’approvvigionamento di beni strumentali)
– diverse basi logistiche e i nascondigli tra Andria e Corato, nonché i luoghi per specifici rendez–vous durante lo svolgimento delle attività criminali, per le quali veniva adottato un gergo convenzionale.
Il gruppo disponeva anche di un’‘auto veloce’, di due furgoni per il trasporto delle componenti meccaniche e di carrozzeria appena sezionate, di altre due auto per i servizi di staffetta lungo i percorsi di consegna dei pezzi e di bonifica dei luoghi nei quali operare. E poi di targhe rubate o cessate, da apporre sui veicoli usati per i reati, di armi, strumenti di effrazione e vari jammer, per inibire i segnali di trasmissione di eventuali microspie e gps collegati ai sistemi antifurto delle auto appena rubate.
Inoltre è importante evidenziare l’urgenza con cui la Procura di Trani ha emesso il decreto di fermo a carico degli indiziati – per i quali viene contestualmente richiesta, al GIP del locale Tribunale, l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere. Tale urgenza nasce anche dalla necessità di porre fine, non solo al perseverare delle azioni criminali, ma alla pianificazione di una rapina a mano armata che la banda si accingeva a compiere presso un ufficio postale di Andria, con assalto al portavalori che effettua la consegna del denaro.