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Taranto, Reddito di cittadinanza illecitamente percepito, la GdF sequestra beni per 1,9 milioni di euro

Taranto, Reddito di cittadinanza illecitamente percepito, la GdF sequestra beni per 1,9 milioni di euro

Gli accertamenti svolti dai finanzieri hanno interessato numerosissimi “target” selezionati all’esito di specifiche analisi di rischio, oppure emergenti da mirate attività info-investigative svolte dai Reparti del Corpo della provincia jonica, con l’ausilio del Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie di Roma e di concerto con l’INPS.

All’esito delle pertinenti indagini, implementate anche attraverso la valorizzazione degli elementi emersi dalla consultazione delle banche dati in uso al Corpo, sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Taranto oltre 220 soggetti, risultati aventi diritto a emolumenti per circa 1,9 milioni di euro.

Tali beneficiari, infatti, avrebbero attestato falsamente nelle istanze di accesso il possesso dei requisiti previsti dalla normativa di settore, ovvero omesso di dichiarare le informazioni dovute.

Tra le principali presunte violazioni ci sarebbe stato l’accertato in capo ai percettori l’insussistenza del requisito di cittadinanza, lo stato di detenzione presso case circondariali e la comunicazione di false informazioni relative alla composizione dei nuclei familiari con-viventi.

Contestualmente, è stata avanzata all’A.G. inquirente una richiesta di sequestro di beni per un importo di circa 1,9 milioni di euro, pari alle provvidenze indebitamente percepite.

La competente Autorità Giudiziaria ha prontamente intrapreso specifici approfondimenti finalizzati a verificare la fondatezza delle ipotizzate responsabilità penali, nonché la sussistenza dei presupposti per la sottoposizione a sequestro delle somme indebitamente riscosse.

Nell’ambito delle investigazioni sarebbero stati scoperti 10 lavoratori in nero o irregolari che avrebbero indebitamente percepito il reddito di cittadinanza o che sarebbero risultati componenti di nuclei familiari beneficiari della provvidenza.

Le posizioni così individuate sono state immediatamente segnalate ai competenti uffici dell’INPS per l’adozione dei provvedimenti di competenza.

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Le indagini dei Reparti della GdF di Taranto sono ora finalizzate all’individuazione di eventuali “regie criminose” preordinate all’indebito ottenimento del beneficio.

Per il principio di “presunzione di innocenza” la responsabilità delle persone sottoposte a indagini sarà definitivamente accertata solo ove intervenga una sentenza irrevocabile di condanna.

I risultati di servizio conseguiti testimoniano l’impegno della Guardia di Finanza e della Procura della Repubblica tarantina nell’azione di tutela della spesa pubblica, con particolare riguardo alle misure assi-stenziali e di sostegno al reddito il cui indebito accesso genera iniquità, minando al contempo la coesione sociale.

Bari, illeciti contro Rdc, false residenze per percepire il sussidio,1 mln di euro sequestrati, implicati 512 cittadini romeni

Bari, GDF, illeciti contro il reddito di cittadinanza, false residenze per percepire il sussidio, sequestro di oltre 1 milione di euro nei confronti di 512 cittadini romeni

Illeciti contro Rdc a Bari, sequestrati oltre 1 mln di euro. I Finanzieri del Comando Provinciale di Bari lavorano ininterrottamente dalle prime ore dell’alba, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, stanno eseguendo in diversi quartieri … continua a leggere

Monopoli, evade fisco e beneficia del RdC, GdF scopre commerciante

commerciante

Guardia di Finanza di Monopoli e INPS, hanno individuato una commerciante, titolare di partita IVA e di un’attività di commercio al dettaglio. La donna da tempo affermava di essere disoccupata, per cui ometteva nella dichiarazione i redditi conseguiti dalla sua attività. Non solo, ma in seguito alla presunta disoccupazione, la commerciante aveva richiesto e ottenuto il RdC, arrivando a percepire indebitamente finora la somma di 8998,50 euro. Dai controlli incrociati tra la banca dati dell’INPS e delle Fiamme gialle in seguito alla sua richiesta di ottenere l’accesso anche al gratuito patrocinio dello Stato, i militari si sono resi conto delle incongruenze esistenti a carico dello stato patrimoniale della commerciante. Pertanto, la donna è stata ritenuta responsabile della fattispecie di reato previsto dalla legge per chi rende false dichiarazioni allo scopo di trarne indebitamente benefici.