Giovani vite che si intrecciano per distruggersi. E’ la storia di un uomo di origine albanese, residente ad Altamura che aveva indotto a prostituirsi una sua connazionale di 26 anni, desiderosa solo di liberarsi dallo squallore del meretricio e l’intervento di un altro uomo che ha rischiato la vita per salvarla.
31 anni, albanese, residente ad Altamura, è stato arrestato dai Finanzieri della locale stazione, coordinati dal I Gruppo Bari, su disposizione della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Bari (Pubblici Ministeri dott. Ettore Cardinali e dott.ssa Iolanda Daniela Chimienti), con l’accusa di riduzione in schiavitù, finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, detenzione illegale di arma da fuoco e ricettazione, minaccia aggravata, porto di armi ed oggetti atti ad offendere, tentata violazione di domicilio, lesione personale, calunnia e volontà omicidiaria nei confronti di un suo connazionale.
L’uomo, in un primo momento, è stato raggiunto, da un provvedimento precautelare, poi diventato fermo, dopo una serie di complesse e delicate indagini dirette dalla Procura barese in relazione ad un grave quadro indiziario relativo ai suddetti reati, fondato, concretamente, sulla sussistenza del pericolo di fuga dell’indiziato. Tutto ha inizio dalla denuncia di una ventiseienne di origini albanesi, schiavizzata e da lui costretta alla prostituzione dal 2016. La giovane era in un evidente stato di bisogno, con un passato da prostituta – sottoposta ad altri connazionali – da cui, la poveretta tentava di uscire. Non avendo un tetto, la ragazza si era rivolta all’uomo con la promessa di un aiuto. In realtà le mire del 31 enne erano altre e, dopo aver carpito la fiducia della donna e, successivamente, vinto la sua resistenza, a suon di botte, continue minacce e l’uso di una pistola puntata alla tempia, l’ha indotta nuovamente a prostituirsi. Il guadagno era altissimo, fino a 400 euro al giorno, che la giovane era costretta a consegnargli per intero. Ma, stanca delle vessazioni e grazie ad un atto di estremo coraggio, la ventiseienne ha deciso di chiedere aiuto ai finanzieri di Altamura, sporgendo denuncia.
L’uomo, però, non si è arreso, per cui, da dicembre 2019, con l’aiuto di due altri conoscenti di Altamura, di cui uno è co-indagato per il reato di calunnia, ha cominciato una vera e propria attività di stalking, fatta di pedinamenti, appostamenti e controllo delle persone che la giovane incontrava. Non solo, ma aveva messo in atto condotte particolarmente violente anche nei confronti di un uomo, di origini albanesi, residente ad Altamura, che aveva dato ospitalità e soccorso alla donna. Tanto che lo scorso 23 febbraio aveva esploso alcuni colpi di pistola verso la porta di casa dell’uomo a scopo intimidatorio e a giugno, lo aveva aggredito e colpito con un martello, procurandogli diverse lesioni. Inoltre, in più occasioni aveva impunemente esternato anche intenzioni omicidiarie nei confronti del connazionale, pianificando l’azione, la possibile fuga all’estero e la volontà di procurarsi nitrato d’ammonio, spesso utilizzato per la produzione di esplosivi. Vista l’escalation criminale, il 31 enne è stato tratto in arresto presso il carcere di Bari, su richiesta della Procura barese, dopo che la dott.ssa Ilaria Casu, GIP del Tribunale, ne ha convalidato il fermo.