Brindisi: ipotesi di voto di scambio a 30 euro per preferenza

Voto di scambio a Brindisi, la Procura indaga

Emergono sospetti su compravendita di voti dalle indagini su alcuni furti d’auto Dalle recenti indagini condotte dai carabinieri di Brindisi, emergono sospetti su un presunto voto di scambio avvenuto durante le elezioni amministrative del maggio … continua a leggere

Gdf e Procura tra legalità e solidarietà: donati 400 capi di abbigliamento alla Caritas

Gdf e Procura tra legalità e solidarietà

La Guardia di Finanza di Lecce ha donato oltre 400 capi di abbigliamento alla Caritas Diocesana di Nardò-Gallipoli, sequestrati a Porto Cesareo per contraffazione. Un’importante iniziativa di solidarietà è stata realizzata dai Finanzieri del Gruppo … continua a leggere

Misure di sicurezza a Molfetta: ‘Daspo Willy’ per tre minorenni dopo gli atti vandalici di Capodanno

Daspo Willy

Il primo giorno del 2024, Molfetta è stata teatro di eventi riprovevoli, lontani dalla festosità del momento. Durante le celebrazioni di capodanno, alcuni atti vandalici hanno turbato la quiete pubblica. In risposta, il Questore di … continua a leggere

Sequestri da capogiro, l’attività della GdF barese: scoperti 300 mln di euro d’illeciti, 165 solo per la cessione di crediti edilizi

Sequestri da capogiro, l’attività della GdF barese: scoperti 300 mln d’illeciti, 165 solo per la cessione di crediti edilizi

Scoperti 300 mln di euro d’illeciti, 165 solo per la cessione di crediti edilizi

La Guardia di Finanza di Bari, nell’ambito delle diverse indagini delegate dalla locale Procura, dal 1 gennaio 2022 ha eseguito una serie di sequestri (penali, prevenzione e ai sensi della normativa in materia di responsabilità amministrativa degli enti) per oltre 300 milioni di euro, relativamente a patrimoni illecitamente accumulati.

Scoperti 300 mln di euro d’illeciti, 165 solo per la cessione di crediti edilizi

Sotto la lente delle Fiamme Gialle, in particolare le nuove connotazioni affaristiche della criminalità organizzata sempre più infiltrata nell’economia legale italiana e del nostro territorio. La malavita pur mantenendo le sue solite modalità di “stampo mafioso”, non disdegna altra metodologia come il riciclaggio di capitali illeciti e condotte di corruzione e frodi di natura patrimoniale-finanziaria, per penetrare sempre più nel tessuto economico-sociale con lo scopo di alterarne gli scambi economici e lederne il sistema istituzionale.

L’attività criminale, rimanendo sempre una costante minaccia per la nostra società, di contro, ha ulteriormente incentivato la collaborazione tra l’Ufficio giudiziario barese e la Guardia di Finanza che, a sua volta, ha intrapreso un virtuoso processo evolutivo a livello di competenze dei propri investigatori, oltre al ricorso a nuove sofisticate tecnologie (operativo – informatiche) in grado di elaborare grandi masse di dati, di individuare le numerose dinamiche criminali e le operazioni sospette. In concreto, le attività investigative dirette dalla locale Procura sono sempre tese alla scoperta di patrimoni illeciti direttamente e indirettamente riconducibili ai soggetti investigati, detenuti anche all’estero, attraverso approfonditi accertamenti economico-patrimoniali, ricostruendo l’origine e la destinazione dei pertinenti flussi finanziari.

I risultati più significativi conseguiti dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari:

Frodi fiscali
“Doppia estrazione”, l’operazione che ha consentito di scoprire un programma gestionale, utilizzato da numerosi odontoiatri e ideato da un ingegnere informatico, per la tenuta di un sistema di contabilità occulto rispetto a quello ufficiale. In particolare, il citato software consente di creare specifiche schede cliente, nelle quali – oltre alle prestazioni certificate – attraverso la pressione del tasto F12 e l’inserimento di una password è possibile rendicontare i compensi che si intende sottrarre a tassazione. Il sistema è programmato per memorizzare la contabilità “parallela” su supporti esterni (pendrive e hard disk), facilmente rimovibili in caso di controllo da parte dell’Amministrazione Finanziaria e non intellegibili senza l’uso del medesimo applicativo informatico e le particolari modalità di accesso dianzi illustrate;

Indebite compensazioni e cessioni di crediti d’imposta fittizi e riciclaggio dei proventi illeciti.
Il “decreto Rilancio” (del 19 maggio 2020, n. 341) ha introdotto agevolazioni fiscali in ambito edilizio ed energetico, concedendo la possibilità di optare, in luogo della fruizione diretta della detrazione delle spese sostenute, per uno sconto sui lavori eseguiti – il c.d. “sconto in fattura” – o per la cessione di un credito d’imposta di pari ammontare a terzi, inclusi gli intermediari finanziari. In tale ambito, le attività investigative avviate dalle Fiamme Gialle baresi, con il supporto dell’Agenzia delle entrate, coordinate dalla locale Procura, hanno svelato rilevanti casi di frode e riciclaggio, correlati alla circolazione e alla monetizzazione dei crediti d’imposta. In particolare gli illeciti emersi, con maggiore frequenza nel corso delle indagini, hanno riguardato:
– lavori edilizi necessaria conferire il diritto alla detrazione non avviati;
– crediti oggetto di plurime cessioni “a catena” che coinvolgono imprese con la medesima sede e/o con i medesimi legali rappresentanti, costituite in un breve arco temporale, che hanno ripreso ad operare dopo un periodo di inattività o che da poco si sono formalmente “riconvertite” all’edilizia, i cui soci o amministratori sono nulla tenenti, irreperibili e/o gravati da precedenti penali;
– immobili sui quali sarebbero stati eseguiti gli interventi agevolati non riconducibili ai beneficiari originari delle detrazioni o, addirittura, risultati inesistenti;
– lavori edilizi incompatibili con le dimensioni imprenditoriali dei soggetti che li avrebbero effettuati e che avrebbero praticato lo “sconto in fattura”;
– provviste ottenute con la monetizzazione dei crediti, trasferite all’estero o reinvestite in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative

Frodi nel settore dei carburanti
Le attività investigative hanno consentito di acclarare l’infiltrazione della criminalità, anche organizzata, nella commercializzazione di prodotti petroliferi mediante la loro sottrazione al pagamento delle accise e delle altre imposte dovute. Ciò attraverso l’adozione di una serie di artifizi, di falsa documentazione e di accorgimenti tecnici, tendenti a far figurare, a seconda dei casi, il prodotto petrolifero, regolare sotto il profilo della legittima provenienza pur se, in concreto, sottratto all’accertamento.
– soggetto ad un’aliquota inferiore, rispetto a quella dovuta per quello effettivamente movimentato (ad esempio, olio combustibile invece di gasolio);
– destinato a impieghi agevolati o esenti, anziché al reale utilizzo per il quale è prevista l’applicazione dell’aliquota massima fissata per legge (ad esempio benzina dichiarata per l’agricoltura e destinata invece all’autotrazione).
In tale contesto si richiama l’operazione dello scorso febbraio 2022 del Nucleo PEF Bari che avrebbe consentito di accertare l’operatività di un presunto sodalizio criminale di carattere transnazionale che avrebbe effettuato cessioni di basi lubrificanti – provenienti dall’est Europa – formalmente dirette, nella maggioranza dei casi, a società cipriote greche o maltesi, ma in realtà destinate in Italia a uso autotrazione a favore di compiacenti imprese operanti nel settore della vendita e della distribuzione stradale di carburanti con conseguente evasione milionaria delle accise dovute.

Illeciti a danno della Pubblica Amministrazione
Allo scopo di  aggredire i multiformi interessi della criminalità economico-finanziaria, la sinergia operativa dei Reparti del Comando Provinciale di Bari con la Procura si è concentrata sull’intercettazione non solo di fenomeni di corruzione, concussione, truffa ai danni dello Stato e turbata libertà degli incanti, ma anche su eventuali, connesse ipotesi di frode fiscale e riciclaggio nonché sulle possibili interferenze della criminalità organizzata.  
In tale ambito non si può non fare riferimento alle recenti attività investigative svolte dal Nucleo PEF Bari che hanno evidenziato gravi episodi corruttivi correlati ad affidamenti di lavori da parte delle Sezioni Provveditorato-Economato e Protezione Civile della Regione Puglia.  Nello specifico sarebbe emerso che numerose procedure di affidamento degli appalti sarebbero state caratterizzate da violazioni sistematiche della normativa di riferimento, dal loro frazionamento artificioso e dalla lesione del principio di rotazione degli operatori economici, con ingiustificata sovrastima degli impegni di spesa al fine di procedere a liquidazioni superiori a quelle spettanti:

Reati di criminalità organizzata.
La Procura Distrettuale di Bari si avvale del contributo specialistico della Guardia di Finanza nella lotta alla criminalità organizzata, soprattutto nella scoperta delle operazioni di riciclaggio e nel contrasto delle attività imprenditoriali e professionali attraverso le quali le organizzazioni criminali reimpiegano i capitali illecitamente acquisiti nel tessuto economico-legale e si mimetizzano nella società civile. La linea operativa che viene perseguita si fonda sulla sistematica aggressione dei patrimoni di provenienza delittuosa, attraverso indagini necessarie per pervenire al sequestro e alla confisca dei proventi e dei beni ottenuti dalle attività delittuose (tra cui, in primis, traffico di sostanze stupefacenti, scommesse e giochi illegali, usura ed estorsione) nonché delle aziende finanziate con capitali mafiosi.

In ciò rendendo strutturato l’approccio basato sul ricorso alle misure cautelari reali previste sia dalla disciplina penalistica che da quella di prevenzione recata dal c.d. “Codice antimafia”, cercando di privilegiare – al ricorrere dei presupposti – il loro impiego congiunto (c.d. “doppio binario”). Si tratta di accertamenti decisamente complessi e articolati, svolti con estrema professionalità dai Reparti del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, quale polizia economico-finanziaria a competenza generale. Le attività di indagine richiedono, difatti, l’esame delle evidenze investigative (anche di natura tecnica), l’audizione dei collaboratori di giustizia, l’analisi della documentazione amministrativo-contabile, la ricostruzione dei flussi finanziari e la verifica della congruità della situazione patrimoniale effettiva con quella reddituale dichiarata. È grazie a questo approccio che le Fiamme Gialle baresi sono in grado di scovare ricchezze illecite stratificatesi nel tempo e contemporaneamente sfruttare – previo nulla osta dell’Autorità giudiziaria – anche i poteri di polizia tributaria, per agire sul fronte fiscale onde recuperare a tassazione le somme sottratte all’Erario.

Continua, pertanto, incessante e incisiva l’azione sinergica fra il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bari e la locale Procura della Repubblica volta alla sottrazione delle ricchezze illecitamente accumulate dalla criminalità anche organizzata, che costituisce un obiettivo primario comune per salvaguardare non solo l’economia legale, ma la tenuta stessa del nostro sistema democratico.

A fattore comune si evidenzia che i provvedimenti cautelari reali eseguiti conseguono ad accertamenti, compiuti nel corso delle indagini preliminari ovvero del procedimento applicativo di misure di prevenzione patrimoniali, che necessitano della successiva verifica processuale in contraddittorio e con il contributo della difesa.

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Alla cerimonia sono invitate, oltre alle Autorità, una rappresentanza degli studenti delle scuole superiori che hanno svolto attività nell’ambito dei progetti scolastici sull’ educazione alla legalità. L’inno nazionale verrà eseguito dalla Fanfara della Legione allievi … continua a leggere

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La struttura non aveva le autorizzazioni richieste. L’azienda conosciuta nel settore dell’ossidazione e verniciatura di metalli in alluminio, con sede nella zona industriale di Castellana Grotte, è stata sottoposta a sequestro preventivo dai finanzieri di … continua a leggere