I beni sequestrati all’oncologo di Bari ammontano a circa 3mln di euro
I Militari dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza e dell’Arma dei Carabinieri di Bari, oggi, su richiesta del competente G.I.P. del Tribunale locale, hanno sequestrato beni per 3 mln di euro – tra immobili di pregio, terreni e cospicue disponibilità finanziarie – all’ oncologo barese Giuseppe Rizzi. Il medico, ai domiciliari con l’accusa di concussione aggravata e continuata, in concorso con la sua compagna (attualmente co indagata nello stesso procedimento penale) era stato arrestato dai Reparti dell’Arma dei Carabinieri lo scorso mese di maggio.
I fatti
Le investigazioni, coordinate dalla Procura di Bari, hanno svelato il modus operandi del professionista, che abusando del suo ruolo di dirigente medico, presso il Dipartimento di Oncologia dell’Istituto Tumori “Giovanni Paolo II ” di Bari, e in qualità di pubblico ufficiale, durante lo svolgimento della sua attività lavorativa, sia in orario che fuori orario di servizio e, comunque, non in regime di attività ad intra o ad extramoenia, ha eseguito su ben 14 pazienti oncologici, affetti da accertate e gravi patologie e in trattamento presso l’Istituto, iniezioni a pagamento di un farmaco, la cui somministrazione era gratuita, in quanto a totale carico del S.S.N. Il particolare stato di fragilità psico-fisico aveva indotto i pazienti ad affidarsi ciecamente alle cure dell’oncologo, il quale approfittandone, ha cominciato col pretendere da loro il pagamento in suo favore di ingenti somme di denaro, regalie di notevole valore, lavori edili ed altre utilità, sia presso la struttura ospedaliera, sia presso il patronato CAF della compagna, sito in Bari, spesso utilizzato anche come ambulatorio medico. Il perpetrarsi di tali condotte, per alcuni pazienti, era stato causa di perdite patrimoniali consistenti, tanto che alcuni sono stati costretti a ricorrere a prestiti di danaro.
L’arresto e gli approfondimenti investigativi
Lo scorso mese di giugno, la svolta con l’arresto ai domiciliari e conseguente approfondimento investigativo della Procura barese con delega al G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bari, finalizzato alla veicolazione di una proposta di sequestro preventivo per ‘sproporzione di beni’, a carico dell’oncologo. Nello specifico, le Fiamme Gialle dopo aver acquisito la copiosa documentazione, anche bancaria, relativa ai movimenti finanziari del medico, tra cui contratti di compravendita dei beni e numerosi altri atti pubblici, hanno potuto accertare un’ingiustificata e considerevole sproporzione tra il reddito dichiarato e i beni nella disponibilità del medico. Pertanto, il competente G.I.P. del Tribunale di Bari, condividendo l’analoga proposta avanzata dall’A.G. inquirente, basata sul solido compendio indiziario, ottenuto dalla sinergia operativa tra Finanzieri e Carabinieri, ha, quindi, emesso il decreto di sequestro preventivo su una prestigiosa villa e diversi terreni ubicati a Bari Palese, su alcuni terreni a Bitonto (BA) e sui saldi attivi di rapporti bancari. A tali beni, oggetto del sequestro, bisogna aggiungere anche la somma di circa 1,9 milioni di euro trovata in alcune scatole di scarpe che l’uomo custodiva all’interno della sua abitazione, nonché di numerosi reperti archeologici, di notevole valore storico e artistico, sottoposti a verifica da parte del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Artistico e della Sovrintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Bari.