Per una volta, cerchiamo di non provare commiserazione e non mostrare comprensione e non definire goliardia, ciò che gioco non è. Non sono poveri ragazzi provati dalla vita, né dal lockdown, dal virus, dalla povertà, solitudine e chissà cos’altro ancora. Per una volta sforziamoci, noi adulti consapevoli, di definire la realtà per quello che è veramente. Miseria. Senza affannarci a dare inutili significati o giustificazioni a ciò che non ha e non può avere alcun fondamento logico. Per una volta, dismettiamo i panni di chi si percepisce colpevole sempre e ad ogni costo. Per una volta, solo una, definiamo queste azioni come atti di vera depravazione a danno di una comunità operosa, che stenta a rialzarsi dopo lo choc di una pandemia non ancora risolta. “Spacconcelli, giuggiole insonni e senza pace”, eccoli lì a scalciare, alla 3.30 di notte, quello che è nostro ma che è pure loro. Cassonetti, pali e cestini buttati all’aria senza un perchè. Vergogna. Intanto, le telecamere hanno vigilato e ripreso tutto e tutti. Ora Polizia locale e Carabinieri indagano, ma c’è già chi afferma di sapere nomi e cognomi degli “irresponsabili”.