Capurso (BA), Ragazzi in notturna sfasciano arredi della villa comunale, alcuni sarebbero stati già identificati

Ragazzi distruggono arredi villa comunale Capurso

 

Per una volta, cerchiamo di non provare commiserazione e non mostrare comprensione e non definire goliardia, ciò che gioco non è. Non sono poveri ragazzi provati dalla vita, né dal lockdown, dal virus, dalla povertà, solitudine e chissà cos’altro ancora. Per una volta sforziamoci, noi adulti consapevoli, di definire la realtà per quello che è veramente. Miseria. Senza affannarci a dare inutili significati o giustificazioni a ciò che non ha e non può avere alcun fondamento logico. Per una volta, dismettiamo i panni di chi si percepisce colpevole sempre e ad ogni costo. Per una volta, solo una, definiamo queste azioni come atti di vera depravazione a danno di una comunità operosa, che stenta a rialzarsi dopo lo choc di una pandemia non ancora risolta. “Spacconcelli, giuggiole insonni e senza pace”, eccoli lì a scalciare, alla 3.30 di notte, quello che è nostro ma che è pure loro. Cassonetti, pali e cestini buttati all’aria senza un perchè. Vergogna. Intanto, le telecamere hanno vigilato e ripreso tutto e tutti. Ora Polizia locale e Carabinieri indagano, ma c’è già chi afferma di sapere nomi e cognomi  degli “irresponsabili”.

Bari, La GdF dona al “Di Venere” 460 l di alcol etilico da riconvertire in ulteriore disinfettante

Gdf dona alcol

Serviranno per produrre altri igienizzanti. In un periodo così difficile e con il perdurare dell’emergenza sanitaria Covid, i 460 litri di alcol etilico, donati dalla Guardia di Finanza, frutto di un sequestro di diversi lotti del disinfettante effettuato dai finanzieri di Monopoli, nel corso del 2019, non possono che tornare utili e provvidenziali.

L’intervento della Guardia di Finanza ha permesso intanto di interrompere un illecito mercato e poi che alcol e derivati, potessero essere venduti a prezzi super concorrenziali a causa della totale evasione d’imposta, a danno di quei commercianti che le tasse le pagano tutte e onestamente.

La donazione è stata anche il risultato della collaborazione della Procura di di Bari e della Agenzia delle dogane e dei Monopoli di Bari che hanno concesso le autorizzazioni necessarie per devolvere l’alcol e il suo successivo riutilizzo in totale sicurezza.

Bari, Estorsioni al San Paolo, arrestati gli autori e ora anche il mandante

Carabinieri Estorsioni San Paolo

Si tratta del 33 enne Donato Telegrafo, arrestato lo scorso 22 luglio dai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia San Paolo, con l’accusa di essere il mandante dell’estorsione compiuta ai danni di una impresa edile, impegnata in lavori di ristrutturazione di alcune palazzine  popolari nel quartiere San Paolo di Bari. Nell’ambito della stessa inchiesta, erano già finiti in carcere il 37 enne Gianluca Losurdo e, a novembre scorso, colti in flagranza di reato, anche il 31 enne D.L. e il 26 enne S.M.

Il cerchio si è dunque chiuso intorno al gruppo criminale che, da tempo, esercitava pressioni estorsive aggravate dal metodo mafioso ai danni di imprenditori e commercianti del posto, oltre alla detenzione e allo spaccio di droga (durante l’arresto Losurdo fu trovato con 30 g di cocaina). Sempre nello stesso arco di tempo, i militari di Bari San Paolo, coordinati dalla Procura Distrettuale Antimafia di Bari, hanno eseguito altre 13 misure restrittive in carcere a carico di altrettanti soggetti vicini  al clan  Striusciuglio, per estorsione aggravata dal metodo mafioso, detenzione e spaccio di stupefacenti e detenzione di armi. I criminali avrebbero perseguitato i titolari di diverse attività commerciali tra il San Paolo e Santo Spirito e un consulente finanziario. I Carabinieri hanno sequestrato anche il bottino degli arrestati,  due pistole semiautomatiche, una mitraglietta e un cospicuo munizionamento, 400 gr. di cocaina, 30 di hashish, denaro contante (15 mila euro) ed una motocicletta di ingente valore.

Per i militari un ulteriore successo che ha permesso di liberare onesti lavoratori dalla morsa della criminalità organizzata. Molte situazioni risultano ancora sommerse, ciò sarebbe dovuto alla scarsa informazione, se non addirittura alla disinformazione , come nel caso di una nota pizzeria, sempre del quartiere San Paolo, che i titolari avrebbero chiuso per trasferirsi altrove, in quanto stanchi di subire estorsioni e intimidazioni, nonostante avessero più volte denunciato. In realtà il trasferimento degli esercenti  sarebbe stato volontario e no, soggetto ad alcuna intimidazione. Voci ingannevoli e prive di fondamento messe in giro per accreditare alla criminalità organizzata un potere che, di fatto, non ha.