L’illusione della ripresa tra spese essenziali e vacanze rimandate con l’arrivo dei saldi in Puglia

Saldi in Puglia

Con l’avvio della stagione dei saldi estivi in Puglia, si prospetta una spesa media di 250 euro a famiglia. Un tentativo di rianimare consumi deboli, ma le ombre di inflazione, vacanze ridotte e la crescente diffidenza verso i “falsi saldi” gettano un velo di incertezza su questa tanto attesa corsa all’acquisto.

Il giorno “più atteso” dell’estate per gli amanti dello shopping è finalmente arrivato. Da oggi, e per quattro lunghe settimane, fino al 2 settembre, la Puglia si tuffa nella stagione dei saldi estivi. Un’occasione per andare a caccia di sconti, anche tramite l’onnipresente e-commerce. Certo, alcuni negozi hanno già giocato d’anticipo con i “pre-saldi” – una pratica che, diciamocelo, mina un po’ l’entusiasmo dell’apertura ufficiale – ma la maggior parte ha atteso la data canonica, proponendo sconti iniziali che oscillano tra un cauto venti e un timido trenta per cento.

Complice un’inflazione che non accenna a mollare la presa, anche quest’anno la maggior parte degli acquisti si concentrerà sui beni più “essenziali”. L’abbigliamento e gli accessori, secondo Adiconsum (l’associazione a difesa dei consumatori della Cisl), assorbiranno circa il 45% della domanda regionale. Seguono, con un più modesto 20%, elettronica e tecnologia, il 15% per casa e arredamento, e un 10% a testa per bellezza e benessere, oltre a ristorazione ed eventi. Insomma, non proprio un boom di lusso sfrenato, ma piuttosto la corsa all’acquisto di ciò che serve davvero o che si è rimandato.

La spesa media stimata per ogni famiglia pugliese si aggira tra i 220 e i 250 euro. Un dato che, come sottolinea il presidente di Adiconsum, Emilio Di Conza, sarà “condizionato dalle vacanze”. E qui si apre un capitolo dolente: l’81% delle famiglie dovrà affrontare una spesa media per le ferie tra 1.150 e 1.450 euro. Una cifra non da poco, che spinge il 45% dei pugliesi a concedersi una sola settimana di riposo, mentre il 27% si accontenterà di un weekend. E, udite udite, ben il 19% non si muoverà affatto per motivi economici. I saldi, dunque, diventano una sorta di “prova per rianimare il mercato” in un momento tutt’altro che florido

“Circa due terzi delle famiglie utilizzerà questo periodo per acquisti rimandati e per i capi più costosi”, prosegue Di Conza. Peccato però che “un terzo sarà costretto a rinunciare per motivi economici”. Un quadro non proprio idilliaco. E la diffidenza cresce: il 36% dei pugliesi è preoccupato dei “falsi saldi”, chiedendo maggiori controlli. Non solo, il 60% dei giovani tra i 18 e i 35 anni si fida solo dei negozi di determinati marchi, dove qualità e prezzo sono già noti. Evidentemente, la trasparenza non è ancora il punto forte di tutti.

In questo scenario, l’e-commerce cresce del 9% rispetto all’anno scorso, soprattutto tra i giovani. Un dato che Confcommercio, con un pizzico di amarezza, evidenzia come una “novità” degli ultimi mesi, dopo un decennio in cui l’online ha triplicato i volumi di vendita a fronte di vendite stazionarie nei negozi fisici.

Confcommercio stessa lancia l’allarme: “i consumi sono ancora deboli” e c’è il rischio di “desertificazione commerciale” per le imprese su piccole superfici. Settori come abbigliamento, calzature e mobili, da tempo in difficoltà, ripongono le ultime speranze proprio nei saldi. Ma se la spesa delle famiglie non riparte con decisione, il rischio che le nostre città si svuotino di negozi è sempre più concreto.

Adiconsum suggerisce le solite, buone regole: verificare i prezzi prima, diffidare di sconti troppo alti e di prezzi scritti a pennarello, e ricordare che il cambio merce è obbligatorio solo se difettosa. E se un commerciante non accetta bancomat o carte di credito durante i saldi? “Segnalare il comportamento alla polizia municipale e alla sede territoriale Adiconsum più vicina”. Un consiglio che suona quasi come un monito.

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Elvira Zammarano

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