Politica e Sindacati uniti a Foggia per i Diritti dei lavoratori
Due giorni di confronto e proposte per un futuro dignitoso nel settore agricolo
Domani, giovedì 3 luglio, Foggia diventerà il fulcro di un’iniziativa fondamentale per i diritti dei lavoratori agricoli. Sindacalisti, parlamentari italiani ed europei, e persino rappresentanti della Commissione Europea, si ritroveranno nel capoluogo dauno per una due giorni di intenso lavoro. Il loro obiettivo è quello di elaborare strategie concrete per debellare il caporalato e lo sfruttamento, offrendo un’alternativa abitativa dignitosa ai “ghetti” che ancora oggi ospitano migliaia di lavoratori migranti nel Sud Italia e non solo.
L’iniziativa, intitolata “La lotta per i diritti dei lavoratori in agricoltura, dai campi all’Ue”, è stata organizzata da due giganti del mondo sindacale: FLAI CGIL ed EFFAT, la federazione europea dei sindacati dell’agroindustria e del turismo, con sede a Bruxelles. Un segnale forte di come il problema sia sentito e affrontato a più livelli, sia locale che europeo.
Il programma si aprirà con una visita toccante alla baraccopoli di Borgo Mezzanone, purtroppo nota come il ghetto più grande d’Italia. Lì, in condizioni spesso disumane, vivono e lavorano persone che contribuiscono ogni giorno a riempire le nostre tavole. “Per la prima volta portiamo i deputati europei e la Commissione nei campi, affinché possano toccare con mano cosa significa davvero lavorare in agricoltura oggi in Europa,” ha dichiarato Enrico Somaglia, Segretario Generale dell’EFFAT. Un’esperienza cruda, ma necessaria, per comprendere a fondo la realtà.
Numerosi i volti noti che prenderanno parte a questa mobilitazione. Tra gli altri, saranno presenti figure di spicco come Esther Lynch, segretaria generale della Confederazione Europea dei Sindacati (CES); lo stesso Enrico Somaglia; Giovanni Mininni, segretario generale della FLAI CGIL. Non mancheranno eurodeputati di peso come Dario Nardella, Estelle Ceulemans, Camilla Laureti, Antonio De Caro, Mario Furore e Rudi Kennes, affiancati dai parlamentari italiani Silvio Franceschelli, Antonella Forattini, Francesco Mari e Marco Pellegrini. Una coalizione ampia, segno della serietà e dell’urgenza del problema.
Venerdì 4 luglio, il dibattito si sposterà al Museo Civico di Foggia per due tavole rotonde cruciali. La prima, “Una nuova visione delle condizioni di lavoro in agricoltura”, vedrà la partecipazione di Domenico La Marco, Sindaco di Manfredonia; Monsignor Giorgio Ferretti, Vescovo di Foggia; Antonio Ligorio, segretario generale FLAI CGIL Puglia; e Roberto Venneri, segretario generale della presidenza della Regione Puglia. Il coordinamento sarà affidato a Matteo Bellegoni, capo dipartimento politiche migratorie e legalità della FLAI.
Il secondo panel, “Beyond Exploitation: Le richieste dell’EFFAT per un nuovo ruolo dell’Ue”, darà voce agli europarlamentari socialisti Dario Nardella ed Estelle Ceulemans, a Francesco Corti del gabinetto della Vicepresidente della Commissione Ue Roxana Mînzatu, ad Andrea Malpassi della CGIL e ancora a Esther Lynch. Enrico Somaglia coordinerà questa sessione.
“In Italia il governo sta rischiando di perdere, in tutto o in parte, i 200 milioni previsti dal PNRR per il superamento della vergogna dei ghetti, al momento neanche un euro è stato speso,” ha dichiarato con fermezza Giovanni Mininni. Una denuncia chiara che evidenzia le difficoltà nell’implementazione di soluzioni concrete. Il Segretario Generale della FLAI CGIL ha aggiunto un’altra preoccupazione: “Mentre in Europa si discute una riforma della Politica Agricola Comune, la PAC, che guarda ad una semplificazione della burocrazia che rischia di indebolire la condizionalità sociale, ossia quel meccanismo che vincola l’erogazione dei fondi Ue al rispetto delle più elementari norme sul lavoro.”
Questa due giorni a Foggia è, dunque, una chiamata all’azione collettiva, “da Roma a Bruxelles”, per rimettere al centro del dibattito politico i diritti fondamentali di chi garantisce il cibo sulle nostre tavole. È un appello non solo alla giustizia sociale, ma anche alla consapevolezza che le condizioni di lavoro dei braccianti agricoli ci riguardano tutti.
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