Puglia, Centrosinistra: Un caos (quasi) perfetto

Puglia, Centrosinistra. Certi amori non finiscono mai…Un caos (quasi) perfetto.


Tra “carezze” velenose di Emiliano, l’entusiasmo smarrito di Decaro e le epiche giravolte europee, il PD pugliese regala uno spettacolo indimenticabile verso le Regionali

La politica pugliese, si sa, non delude mai quando si tratta di fornire materiale per i commentatori più smaliziati. In queste settimane, la scena appare più che mai un palcoscenico vibrante di frecciate, manovre e qualche “colpo di teatro” che sta animando il dibattito interno al centrosinistra. L’ultima uscita del governatore Michele Emiliano su Antonio Decaro ha sollevato il sipario su una tensione sotterranea, ma sempre più evidente, all’interno del Partito Democratico.

Sembra quasi che la mancata risoluzione dei “nodi gordiani” verso le regionali – dall’ufficializzazione della candidatura dell’eurodeputato dem ai tentativi (per ora, si dice, “discreti e carsici”) di osteggiare le discese in campo di Emiliano e Nichi Vendola come consiglieri – stia creando un’atmosfera decisamente stimolante.

Il presidente della Regione ha deciso di fare chiarezza – a modo suo, naturalmente. “Sinceramente non mi pare che la candidatura di qualcuno a suo favore possa essere un problema per il candidato”, ha sentenziato con quella che molti leggono come una raffinata forma di noncuranza. Poi, un tocco di paternalismo condito da un’intuizione quasi terapeutica per Decaro: “Sarebbe un problema psicologico, non so che altro. Noi ci candidiamo per farlo eleggere, quindi non vedo quale problema ci possa essere”. Una diagnosi lampante, offerta gratuitamente, che avrà sicuramente rincuorato l’eurodeputato.

Ma si sa, certi “consigli” non sempre vengono presi bene. L’irritazione dell’ex sindaco di Bari, infatti, non è certo passata inosservata nelle scorse settimane. Decaro, notoriamente allergico a chi si propone come “tutore”, non ha mai celato il suo fastidio. Anzi, intervenendo in Salento, durante l’inaugurazione di una sede dem intitolata alla memoria di Donato Metallo, ha mostrato un certo “scoramento”, quasi un sospiro dal palco: “aiutatemi a ritrovare l’entusiasmo per cambiare le cose”. Un grido di dolore o un abile appello alla base per stringersi attorno al “martire”?

La possibile candidatura di Emiliano nel listino del PD nella provincia di Bari, poi, è un vero e proprio capolavoro di strategia elettorale. In un contesto in cui la coalizione progressista ha, chissà come, “perso strada facendo” qualche pezzo pregiato come la lista di Alfonso Pisicchio e “super votati” consiglieri quali Anita Maurodinoia e Alessandro Delli Noci, la sua presenza sul listino verrebbe a fungere da “catalizzatore di consensi”. In pratica, un vero e proprio “paracadute dorato” per “blindare” l’elezione dell’amico. Un altruismo commovente, non c’è che dire. La partita, si sa, si gioca principalmente a Bari, dove il centrosinistra confida di poter accumulare un vantaggio “incolmabile” per l’avversario.

Nel frattempo, Decaro, il nuovo “sarto” della politica pugliese, dovrà armarsi di santa pazienza e di un filo d’acciaio per “ricucire la sua coalizione”. Un compito non da poco, considerando che gli stessi alleati, a Bruxelles, pare amino votare in direzioni così divergenti da sembrare in competizione per il premio “Incoerenza dell’Anno”. L’ultimo capolavoro di coordinamento lo abbiamo visto a Strasburgo, sul delicato tema dei fondi UE per la difesa. Un voto che ha mostrato una “piroetta” così ardita da far impallidire i migliori ballerini di tango. Prima l’appassionato appello a investire nella difesa, poi, “misteriosamente” irritata la segreteria nazionale del PD, ecco la strategia: votare contro un emendamento per poi, con la grazia di un elefante in cristalleria, approvare il documento finale. E con chi? Con il PPE e, udite udite, i “cari” sovranisti di Fratelli d’Italia! Semplicemente geniale.

Sullo stesso testo, invece, i “puri” vendoliani di Avs e i “vergini” pentastellati si stracciavano le vesti gridando al “tradimento dell’Italia”. Questa dissonanza, già palese in altre occasioni, sarà la vera prova del nove per la scrittura del programma “Puglia 2025-30”. Sarà interessante capire come le “posizioni radicali” su sviluppo e transizione ecologica si armonizzeranno con gli “ambienti confindustriali” che, a quanto pare, hanno un talento particolare nel “persuadere” i dem a cambiare idea, soprattutto se si parla di soldi.

Infine, l’ultima delizia per il palato di Decaro (Sindaci in campo a suon di manicaretti) arriva dalla provincia Bat. Le “indiscrezioni” sulle esclusioni dalle liste (sia del PD che della coalizione) dell’ex capogruppo dem Filippo Caracciolo, a favore della candidatura di partito di Domenico De Santis, continuano ad alimentare “polemiche infuocate”. Già immaginiamo il povero Igor Taruffi, responsabile nazionale dell’organizzazione del partito, che si ritrova sulla scrivania l’ennesima “patata bollente” pugliese. Recentemente, un gruppo di consiglieri comunali PD e civici del Comune di Andria ha espresso una nuova, veemente presa di posizione a sostegno di Caracciolo, reclamando “l’autodeterminazione del territorio nell’indicazione delle candidature”. Tra i firmatari figurano nomi illustri come Gianluca Sanguedolce, Daniela Maiorano, Mirko Malcangi e Emanuele Sgarra, insieme a dirigenti del circolo della città federiciana. Forse a Roma dovrebbero aprire un ufficio apposito per le “grane locali” della Puglia.

Insomma, il centrosinistra pugliese è un vero e proprio laboratorio a cielo aperto di “vivace dialettica interna”. Riusciranno i nostri protagonisti di questa avvincente saga a trovare una quadra, o continueranno a regalarci puntate ricche di colpi di scena e auto-sabotaggi? Solo il tempo, e le urne, sveleranno il finale di questa tragicommedia politica

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Puglia, Centrosinistra

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Elvira Zammarano

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