La Teologia di Roberta Simini spiega la “quaestio Trinitaria” , tra storia e filosofia

La Teologia di Roberta Simini e la “quaestio Trinitaria:
“È bene per voi che io me ne vada, perchè se io non me ne vado non verrà a voi il Consolatore”. Gesù, nell’accomiatarsi dai suoi discepoli, lascia loro una promessa: “verrà a voi un Consolatore”, Colui che vi spiegherà ogni cosa. (GV 16,7)

Gesù è stato sacrificato, è morto e risorto, ha mangiato con loro, è apparso e scomparso, è entrato a porte chiuse, ha mostrato i fori dei chiodi, la ferita del costato, ma loro non hanno ancora capito nulla. Ancora chiedono: quando restaurerai il regno d’Israele? Quello che è successo trascende le capacità della mente umana, per questo ancora oggi dopo 2000 anni c’è chi non crede, chi non si da ragione che Dio possa essersi fatto uomo e possa aver lasciato agli uomini la possibilità di fargli del male fino ad ucciderlo. Figuratevi poi accettare che sia risorto dai morti e viva in mezzo a noi nella Santa Eucarestia.

Il Concilio di Nicea del 325 d.C. fece chiarezza sulle tante eresie, e soprattutto su quella ariana, che riduceva Cristo a un profeta, invasato, posseduto dal Logos divino per un periodo della sua vita e da questi abbandonato al momento della passione.

Ario e i suoi seguaci non riuscivano ad accettare l’idea che Dio potesse soffrire, potesse essere così legato alla Sua umanità da essere ucciso in essa. Non è facile, è un mistero di amore troppo grande per essere capito, ma qui interviene il Consolatore, lo Spirito Santo senza il quale noi non possiamo proprio comprendere questo immenso mistero d’amore.

Gli ariani, sconfitti a Nicea sulla divinità di Gesù, quindi del Figlio, ci riprovarono con lo Spirito Santo. “Non è citato nelle Scritture”, sostenevano. Fu gioco facile per i Santi Padri della Chiesa: Basilio di Cesarea, Gregorio di Nazianzo e Gregorio di Nissa smentire queste affermazioni.

Genesi 1: In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque. La Ruach Eloim, in ebraico, lo Spirito di Dio. Genesi 2, 7: –allora il Signore Dio plasmò l’uomo con la polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente.

Salmo 103: Benedici il Signore anima mia! … Mandi il Tuo Spirito sono creati, e rinnovi la faccia della terra.

I Vangeli attestano la presenza dello Spirito, dall’annuncio a Maria dell’incarnazione del Verbo (Luca 1,26 e segg.) al Battesimo di Gesù (Luca 3,21, Matteo 3, 13 e segg.), a tutto il percorso della Sua esistenza terrena e ancora dopo la Resurrezione. Gesù ci parla dello Spirito Santo. Non si può affermare che non sia citato nelle Scritture

La discussione si spostò sul Suo essere Dio con il Padre e il Figlio o un servo, una creatura. Fu il Concilio di Costantinopoli del 381 che chiarì definitivamente questa questione. Lo Spirito Santo è Dio con Dio e in Dio: la Trinità è finalmente compresa. Non ci si può dire cristiani se non si rispetta questo grande dogma.

Allo Spirito Santo spetta l’adorazione che spetta al Padre e al Figlio, ma non bisogna cadere nell’errore di crederli tre dei distinti, sono un’unica sostanza, un unico Dio.

La Trinità si può solo contemplare, possiamo avvicinarci a comprendere questo mistero, Sant’Agostino scrive cose stupende nel suo trattato sulla Trinità, ma solo col cuore si può arrivare vicini ad una comprensione, solo col cuore aperto al mistero e disposto a farsi penetrare da questo.

La Teologia di Roberta Simini e la “quaestio Trinitaria

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Roberta Simini

2 commenti su “La Teologia di Roberta Simini spiega la “quaestio Trinitaria” , tra storia e filosofia”

  1. La riflessione di Roberta Simini illumina con rigore e profondità la complessità del mistero trinitario, evidenziando come la sfida principale della fede consista nell’accogliere l’unità e la triplicità di Dio, realtà che trascendono la ragione umana e perfino la comprensione dei discepoli di fronte alla Passione, Resurrezione e presenza eucaristica di Cristo. Questo insondabile mistero si rivela accessibile solo attraverso l’azione vivificante dello Spirito Santo, il Consolatore promesso, senza il quale la mente rimarrebbe incapace di abbracciare l’amore divino.
    Simini richiama inoltre le antiche dispute ereticali, in particolare l’arianesimo e sottolinea come il Concilio di Costantinopoli (381.d.C) abbia definito la coesistenza delle tre Persone nella medesima sostanza, fondamento imprescindibile della fede cristiana. La fede nella Trinità, dunque, non è frutto di mera ragione, ma di un’apertura fiduciosa al dono della Rivelazione e all’opera dello Spirito nella vita del credente.

    Queste riflessioni di Roberta Simini non possono non evocare l’ineguagliabile immagine della Trinità offerta da Dante nel canto XXXIII del Paradiso (vv. 115-120): “Ne la profonda e chiara sussistenza / de l’alto lume parvermi tre giri / di tre colori e d’una contenenza/e l’un da l’altro come iri da iri /parea reflesso, e ‘l terzo parea foco /che quinci e quindi igualmente si spiri…”. In questi versi, Dante riesce a rendere visibile l’invisibile, traducendo il mistero trinitario in una visione poetica di luce, colori e unità, che rimane insuperata nella storia della letteratura e della teologia.

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