Carabinieri TPC di Bari: custodi infaticabili del patrimonio culturale, oltre 3700 beni recuperati nel 2024

I Carabinieri TPC di Bari custodi infaticabili del nostro patrimonio culturale

Un anno di successi per il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bari: recuperati beni di valore, disarticola traffici illeciti e intensificata la lotta contro scavi clandestini e abusi paesaggistici. L’efficacia delle nuove leggi e la cooperazione internazionale premiano l’impegno delle forze dell’ordine

Il nostro patrimonio culturale, fatto di storia millenaria e inestimabile bellezza, ha un baluardo fondamentale nei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Bari. Con la loro competenza estesa a Puglia e Basilicata, nel solo 2024, questi infaticabili custodi hanno recuperato e restituito all’Italia ben 3.713 beni culturali. Un numero impressionante, che testimonia l’impegno costante nel sottrarre tesori a rischio di dispersione, destinati al mercato nero nazionale e internazionale.

I Carabinieri TPC di Bari custodi infaticabili del nostro patrimonio culturale

L’attività operativa del 2024, confrontata con quella dell’anno precedente, evidenzia un trend chiaro e incoraggiante. L’entrata in vigore della Legge n. 22 del 22 marzo 2022, che ha introdotto nuove norme e inasprito le pene per i crimini contro il patrimonio, sta producendo risultati tangibili. Si è registrato, infatti, un aumento significativo delle persone denunciate in quasi tutti gli ambiti: furti di beni culturali (da 27 a 34), scavi clandestini (da 21 a 35), illecita esportazione (da 17 a 38), reati paesaggistici (da 46 a 65), associazione a delinquere (da 2 a 30), ricettazione (da 51 a 108) e danneggiamento (da 8 a 40).

Di pari passo, sono aumentati i sequestri di beni antiquariali, archivistici, librari (da 18 a 427) e archeologici (da 2.560 a 3.286), inclusa la numismatica archeologica (da 2.164 a 2.213). Le persone complessivamente deferite all’Autorità Giudiziaria sono passate da 95 a 157. Un dato particolarmente positivo è la graduale diminuzione dei furti di beni culturali, scesi da 15 a 6, un segnale che le misure preventive e repressive stanno funzionando.

Le 24 perquisizioni domiciliari e locali eseguite hanno permesso di recuperare un bottino di valore inestimabile: 427 beni archivistici e librari (tra cui documenti storici e manoscritti), 3.286 reperti archeologici (ceramiche, vasellame e numismatica) e 22 opere d’arte contraffatte. Il valore economico complessivo di questi beni, se immessi sul mercato illecito, è stimato in circa 2.827.500 euro.

Un impulso decisivo è stato dato alla lotta contro il traffico internazionale di reperti archeologici. Puglia e Basilicata sono, purtroppo, tra le principali “fonti” di archeologia illecitamente commercializzata all’estero. Nel 2024, le indagini si sono concentrate sull’identificazione sia dei responsabili degli scavi clandestini che degli acquirenti di questi beni rubati. Il monitoraggio delle piattaforme e-commerce, ormai canali privilegiati per la compravendita di opere d’arte rubate, ha permesso di recuperare ben 415 reperti archeologici risalenti al II e V secolo a.C., sorprendentemente ritrovati in abitazioni private di stimati professionisti. Questo evidenzia la pervasività del fenomeno e la necessità di un’azione costante.

Un altro fronte cruciale è la tutela del paesaggio. In regioni come Puglia e Basilicata, caratterizzate da bellezze naturali e centri storici unici, gli abusi edilizi rappresentano una minaccia costante. L’attività dei Carabinieri TPC ha portato all’incremento delle denunce (54 persone) e dei sequestri di opere abusive o difformi, realizzate in aree vincolate, come nel caso emblematico delle Isole Tremiti e di Trani, dove strutture abusive deturpavano il contesto storico-paesaggistico.

Oltre all’azione repressiva, i Carabinieri TPC hanno intensificato le attività di prevenzione e controllo:

  • 88 controlli a esercizi commerciali, mercati e fiere di oggetti antiquariali.
  • 9 verifiche sulla sicurezza anticrimine di musei, biblioteche e archivi, per individuare punti di criticità.
  • 88 controlli nelle aree archeologiche più esposte alle aggressioni criminali, spesso in collaborazione con le Soprintendenze, il 6° Nucleo Elicotteri di Bari e l’Arma Territoriale.
  • 115 controlli ad aree tutelate da vincoli paesaggistici.
  • 862 controlli di beni culturali nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti.

Tra le operazioni di maggior rilievo del 2024 spicca l’indagine “ART SHARING”. Il 4 dicembre 2024, nelle province di Foggia, Bari e Roma, è stata smantellata un’associazione a delinquere di 32 persone, di cui 4 promotori, dedita a scavi clandestini, furti, ricettazione ed esportazione illecita di reperti archeologici.

La banda si approvvigionava di ceramiche dalla Puglia, Basilicata, Campania e Lazio, “ripulendole” e veicolandole all’estero tramite una fittizia casa d’aste in Belgio (Anversa), che falsificava l’autenticità e la provenienza. Le complesse investigazioni hanno portato al sequestro di 250 beni culturali, inclusi 31 reperti ceramici in Spagna (Granada), 24 monete archeologiche a Valencia e un sarcofago romano a Bruxelles. Le procedure per il rimpatrio sono già in corso.

Un successo ulteriore è stato il rimpatrio, l’11 settembre 2024, dal Museo Nazionale tedesco “ALTES” di Berlino, di 21 crateri apuli. Questi reperti, frutto di uno scavo clandestino negli anni ’80 ad Ascoli Satriano (FG), erano stati acquistati in buona fede dal museo da un noto trafficante d’arte italiano. Grazie alle indagini del Nucleo e al coordinamento della Procura di Foggia, il governo tedesco ha riconosciuto l’appartenenza delle opere al patrimonio italiano e le ha restituite. Attualmente esposti a Villa Giulia a Roma, presto potranno essere ammirati anche nei musei della Puglia, tornando finalmente a casa.

L’attività dei Carabinieri TPC di Bari si conferma un presidio insostituibile per la tutela del nostro inestimabile patrimonio, dimostrando come professionalità, tecnologia e cooperazione internazionale siano armi vincenti contro chi tenta di depredare la nostra storia.

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Elvira Zammarano

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