Lecce, non solo Delli Noci: Il “Mercato dei Favori” era bello aperto e fruttuoso

Lecce, arresto Delli Noci scuote il (presunto) mercato dei favori

Pare che il Salento non sia solo terra di mare e sole cocente, ma anche di generosi scambi di favori e opportunità “su misura” per chi sa a chi rivolgersi. Si scopre infatti che la mastodontica operazione da 16 milioni di euro per trasformare un ex convento nel cuore di Lecce in residenze di lusso e locali commerciali, l’affare che avrebbe cambiato la vita per gli imprenditori Alfredo Barone e Marino Congedo, era in realtà un vero e proprio “assalto alla diligenza”. E a quanto pare, nell’elenco dei “beneficiari” non c’era solo l’assessore regionale Alessandro Delli Noci. Macché! La torta era grande e in molti volevano la loro fetta.

La Procura di Lecce, con i PM Massimiliano Carducci e Alessandro Prontera, ci racconta una storia che sembra uscita da un copione cinematografico, ma è purtroppo (o per fortuna, dipende dai punti di vista) la cruda realtà dei fatti. Alessandro Delli Noci, 42 anni, un tempo considerato una giovane promessa della politica salentina, ora passato dal centrodestra al centrosinistra con una disinvoltura che farebbe impallidire un trapezista, rischia gli arresti domiciliari. Il motivo? La sua presunta sistematica disponibilità a “seguire e farsi carico” delle iniziative imprenditoriali di Barone e del suo socio Congedo, mettendo a disposizione il suo peso politico, prima da vicesindaco di Lecce e poi da assessore regionale.

E in cambio di tanta “cortesia istituzionale”? Un lauto contributo elettorale da 5mila euro, cene e, udite udite, oltre 9mila euro di sushi nel ristorante “Livingstone” di proprietà di Barone. Sembra che Delli Noci e l’ingegnere barese Maurizio Laforgia (anche lui coinvolto) potessero contare su un trattamento di favore, con i conti saldati direttamente dalle società dei due imprenditori. Diciamocelo, un trattamento così appetitoso farebbe gola a chiunque, no? Non è semplicemente un pranzo, ma un investimento.

Ma la scena non è solo per lui. La Guardia di Finanza ha scoperchiato un vaso di Pandora dove tutti, o quasi, cercavano di ritagliarsi la propria fetta di torta. La ricostruzione degli inquirenti parla chiaro: pareri negativi che diventano positivi all’improvviso, varianti urbanistiche approvate la sera prima di Capodanno… Sembra una commedia degli errori, se non fosse che parliamo di soldi pubblici, regole disattese e, in ultima analisi, di giustizia. L’accusa per Delli Noci, gli imprenditori e altre tre persone è pesante: associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, truffa aggravata, riciclaggio e autoriciclaggio. Il solo per cui è stato chiesto il carcere è Alfredo Barone, 69 anni.

Le intercettazioni, croci e delizie degli indagati, mostrano che in molti bussavano alla porta di Barone e Congedo. Persino il sindaco di Nardò, Pippi Mellone (ci teniamo a precisare che non è indagato), avrebbe chiesto una “piccola cortesia” nell’incontro del 14 novembre 2020: ben 30 assunzioni per l’apertura di un nuovo supermercato. Non solo: il sindaco avrebbe consegnato un curriculum che non era proprio il suo, ma quello della cognata, compagna del fratello, e altri “di suo interesse”. Come raccontato dallo stesso Congedo a un amico: “Il sindaco me ne ha mandati una quarantina”. Una mano lava l’altra, o forse qui le mani lavano più che altro i portafogli altrui?

Il centro di questo intricato groviglio è l’operazione sull’ex convento delle Stimmatine, nel salotto buono della città. Un progetto che, in base al piano urbanistico vigente, era semplicemente impossibile da realizzare. Eppure, come per magia, “un parere assolutamente negativo è stato convertito progressivamente sino ad assumere valenza favorevole”. Insomma, quando c’è la volontà (e una certa “sinergia di plurime sfere personali”), tutto diventa possibile. E così, un sonoro “no” della Regione è stato bypassato con l’approvazione di una variante al Pug, preparata dall’allora assessore all’Urbanistica Rita Miglietta, invocando addirittura “motivi di pubblico interesse”. Certo, di “pubblico interesse”… e per chi?

Ora, l’indagine su Delli Noci crea non pochi problemi al centrosinistra in vista delle prossime elezioni regionali. L’assessore, con quasi 18mila preferenze raccolte nel 2020, era una colonna portante della lista “Con”. Senza di lui, chissà come faranno a superare lo sbarramento del 4%. Forse dovranno rivolgersi a un indovino, o magari a qualche altro imprenditore “illuminato”?

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Lecce, arresto Delli Noci scuote il presunto mercato dei favori

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Elvira Zammarano

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