L’inchiesta della Gdf a Molfetta scuote l’amministrazione cittadina guidata dal sindaco Tommaso Minervini .
Un terremoto giudiziario ha scosso Molfetta, in provincia di Bari, dove il sindaco Tommaso Minervini è stato sottoposto agli arresti domiciliari. La notizia, diffusa dal web, ha generato un’ampia eco, gettando un’ombra sulle procedure di affidamento degli appalti pubblici in città.
Il provvedimento è stato emesso dal GIP del Tribunale di Trani e l’esecuzione è stata curata dalla Guardia di Finanza. Cosa ha portato a una misura così severa? Le indagini si concentrano su presunti illeciti legati alla gestione delle gare d’appalto per importanti opere pubbliche. L’ipotesi degli inquirenti è che vi fossero favori concessi a imprenditori specifici in cambio di sostegno elettorale per il primo cittadino.
Non è la prima volta che il nome del sindaco Minervini emerge in questo contesto. Già il 2 maggio scorso, poco più di un mese fa, era stato convocato per un interrogatorio preventivo davanti al GIP, dopo che la Procura della Repubblica aveva formulato una richiesta di misure cautelari restrittive. In quell’occasione, il sindaco aveva avuto modo di difendersi dalle accuse. Evidentemente, gli elementi raccolti dalla Guardia di Finanza sono stati ritenuti sufficienti per procedere con gli arresti domiciliari.
L’indagine ha svelato un potenziale sistema di illeciti che va ben oltre il solo sindaco. Anche una dirigente comunale, Lidia De Leonardis, 58 anni, di Bari, è finita agli arresti domiciliari con lo stesso provvedimento. Ma non finisce qui: l’inchiesta ha colpito anche i dirigenti comunali Alessandro Binetti e Domenico Satalino, per i quali è scattata l’interdizione per un anno dai pubblici uffici. L’ex luogotenente della Guardia di Finanza, Michele Pizzo, ha ricevuto il divieto di dimora a Molfetta, mentre l’imprenditore portuale Vito Leonardo Totorizzo non potrà contrattare con la Pubblica Amministrazione per un anno. Tutto questo suggerisce una possibile, estesa rete di complicità all’interno della macchina amministrativa.
I reati ipotizzati dai pubblici ministeri, a vario titolo, sono di notevole gravità e complessità: si parla di corruzione, turbativa d’asta, peculato e falso. Queste accuse disegnano un quadro preoccupante di presunte irregolarità nella gestione delle risorse pubbliche e nella regolarità delle procedure concorsuali. Sarà fondamentale seguire gli sviluppi per comprendere appieno le dinamiche e le eventuali conseguenze per l’amministrazione comunale di Molfetta.
Per ulteriori informazioni, visitare e seguire le piattaforme di informazione WideNews, disponibile al link https://www.widenews.it/ e la pagina Facebook https://www.facebook.com/WideNewsNotizieDalWebb.
L’inchiesta della Gdf a Molfetta scuote l’amministrazione cittadina guidata dal sindaco Tommaso Minervini