Puglia, mobilitazione FLAI CGIL
Presidi davanti alle Prefetture per l’applicazione della Legge 199 e un appello al voto consapevole ai referendum.
La FLAI CGIL alza la voce in Puglia contro lo sfruttamento nel settore agroalimentare e il fenomeno del caporalato, piaghe che affliggono il tessuto lavorativo e sociale della regione. Lunedì 26 maggio, a partire dalle 10:30, i sindacalisti hanno dato vita a una serie di presidi davanti alle Prefetture di tutte le province pugliesi. L’iniziativa, parte di una mobilitazione nazionale, mira a scuotere le coscienze e sollecitare azioni concrete da parte delle istituzioni.
Con lo slogan incisivo “Dai campi al voto. Per un lavoro tutelato, sicuro e giusto”, la FLAI CGIL non si limita alla denuncia, ma avanza proposte precise. L’obiettivo è duplice: da un lato, chiedere l’applicazione rigorosa della Legge 199 del 2016, norma pensata per contrastare il caporalato e lo sfruttamento; dall’altro, promuovere una partecipazione consapevole ai referendum dell’8 e 9 giugno. L’appello è chiaro: votare cinque SÌ per rafforzare le tutele dei lavoratori.
Antonio Ligorio, segretario generale della FLAI CGIL Puglia, non usa mezzi termini: “Lo sfruttamento si è ormai incancrenito in un modello lavorativo sempre più fragile e privo di tutele”. Un quadro allarmante che, secondo il sindacalista, non riguarda solo i campi agricoli, ma si estende “alle filiere degli appalti e diversi comparti industriali”. Da qui, la necessità di un intervento preciso e coordinato.
Il presidio, quindi, non è solo un momento di protesta, ma anche un’occasione per spiegare il legame indissolubile tra la lotta al lavoro nero e i quesiti referendari. Come spiega Ligorio, si tratta di “contrastare i licenziamenti illegittimi”, di “lottare contro la precarietà”, di “tutelare la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro” e di garantire “il riconoscimento pieno dei diritti di cittadinanza”. Temi che, secondo la FLAI CGIL, meritano un convinto “SÌ” alle urne.
Ma cosa chiede, concretamente, la FLAI CGIL alle istituzioni? Innanzitutto, la piena attuazione della Legge 199 del 2016. Questo significa, in parole povere, rendere effettivamente operative in tutte le province pugliesi le sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità. Strumenti fondamentali per “promuovere interventi coordinati su alloggi, trasporti, intermediazione legale della manodopera e prevenzione del lavoro nero”, come sottolinea Ligorio.
Un ritardo inaccettabile, secondo il sindacato, che intende colmare attraverso “la forza del confronto, della mobilitazione e della proposta concreta”. Perché, come rimarca Ligorio, “la legalità non è un principio teorico, ma un obiettivo che richiede impegno quotidiano e strumenti operativi efficaci”. Ma, se gli strumenti previsti dalla legge non funzionano a pieno regime, come si può arginare efficacemente il fenomeno dello sfruttamento?
La FLAI CGIL è convinta che “l’attuazione piena della Legge 199 e il funzionamento delle Sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità rappresentano leve fondamentali per garantire diritti, trasparenza e giustizia”. Dove questi strumenti mancano, avverte il sindacato, “si aprono varchi all’illegalità e allo sfruttamento”. Un monito chiaro, che suona come un appello alla responsabilità collettiva.
Questa mobilitazione rappresenta un segnale forte: la FLAI CGIL non intende arretrare di un passo nella difesa dei diritti dei lavoratori e nella lotta contro ogni forma di sfruttamento. Un impegno che, come dimostra l’iniziativa “Dai campi al voto”, passa anche attraverso la partecipazione attiva alla vita democratica e la promozione di un voto consapevole.
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