PAC, Agricoltori Pugliesi in rivolta: “Difendere il reddito e la sovranità alimentare”

PAC, Agricoltori Pugliesi in rivolta

Agricoltori pugliesi in allarme per i tagli alla PAC. A Foggia, durante l’incontro di giovedì, 22 maggio, CIA denuncia il crollo delle richieste di sostegno per il grano duro e chiede un’Europa più attenta alle esigenze del settore primario.

Un campanello d’allarme risuona dalla Puglia, con gli agricoltori pronti a far sentire la propria voce in Europa. Al centro della contesa, la programmazione della prossima Politica Agricola Comune (PAC), vista come una potenziale minaccia per il futuro del settore primario. I timori principali? Tagli ai fondi, accorpamenti e una concorrenza internazionale percepita come sleale.

Nell’auditorium della Camera di Commercio di Foggia, un incontro organizzato da CIA Agricoltori Italiani di Puglia ha riunito delegazioni di agricoltori provenienti da tutte le province pugliesi e dalla Basilicata. L’obiettivo? Discutere le criticità della PAC e individuare strategie per tutelare il reddito degli agricoltori e la sovranità alimentare del Paese.

“La situazione è seria”, ha esordito Gennaro Sicolo, presidente CIA Puglia e vicepresidente nazionale dell’organizzazione. “La principale sfida è garantire un tenore di vita dignitoso alle famiglie agricole. I dati diffusi da Agea sul sostegno accoppiato per il frumento duro sono allarmanti: nel 2024 abbiamo assistito a un crollo del 54% delle domande. Questo significa che i produttori hanno utilizzato solo una parte dei fondi disponibili, lasciando inutilizzati ben 31 milioni di euro”. Un dato che, secondo Sicolo, impone una riflessione profonda sulle dinamiche del settore e sull’efficacia degli strumenti di sostegno.

Cristiano Fini, presidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani, è stato ancora più esplicito: “La PAC deve restare indipendente. Siamo contrari a qualsiasi ipotesi di ricollocamento dei finanziamenti Ue in un Fondo unico”. Una posizione netta, che punta a difendere la specificità del settore agricolo e la necessità di fondi dedicati per affrontare le sfide globali.

“L’Europa deve difendere la propria sovranità alimentare con fondi specifici”, ha ribadito Fini, sottolineando l’importanza di investire nel settore primario in un momento di grandi tensioni internazionali. 

Anche Angelo Miano, presidente di CIA Capitanata, ha espresso le sue preoccupazioni, evidenziando il rischio di fallimento per la cerealicoltura italiana a causa dei prezzi del grano. “La prossima PAC deve premiare le aziende realmente attive e produttive”, ha affermato Miano, puntando il dito contro le speculazioni e le distorsioni del mercato.

Giuseppe De Noia, presidente di CIA Levante Bari-Bat, ha lanciato un appello all’Europa: “L’agricoltura deve tornare al centro del progetto europeo. È su questi valori che si fonda la nostra identità. Dobbiamo riservare al comparto primario le risorse necessarie per affrontare le sfide del futuro”.

Anna Rufolo, responsabile per le Politiche Comunitarie di CIA, ha posto l’accento sulla necessità di un meccanismo automatico che adegui le dotazioni finanziarie all’inflazione reale, evitando di basarsi su previsioni spesso inaffidabili. “È fondamentale garantire che i fondi siano sufficienti a coprire i costi reali di produzione”, ha sottolineato la Rufolo.

Un altro tema caldo è quello della gestione del rischio in agricoltura. Secondo Sicolo, le nuove regole proposte dalla Commissione Europea rischiano di penalizzare il Sud Italia. “Il ricorso alle assicurazioni e ai fondi mutualistici è più diffuso al Nord”, ha spiegato Sicolo. “La dotazione finanziaria disponibile per la gestione del rischio è pagata pro quota da tutte le Regioni italiane ed è assorbita prevalentemente in poche Regioni del Nord Italia”. Una sperequazione che, secondo CIA Puglia, va assolutamente corretta.

Gli agricoltori pugliesi chiedono un’Europa più attenta alle loro esigenze, una PAC più equa e più efficace. “Dobbiamo vigilare per fare in modo che gli orientamenti formulati nei documenti strategici siano confermati anche negli atti legislativi e nelle scelte operative”, ha concluso Sicolo. Il momento della verità arriverà quando la Commissione Europea renderà note le proprie proposte sul futuro bilancio della PAC. Sarà allora che si potrà capire se le istituzioni europee hanno realmente intenzione di dare una svolta positiva al settore agricolo.

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Elvira Zammarano

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