Bari cerca la “Movida Moderata”: Il Sindaco intanto invia la notifica

Bari e la (Mala) Movida Moderata

L’amministrazione comunale lancia un ultimatum velato ai quartieri della movida: il divertimento sia rispettoso, o si procederà con regole più severe. Controlli rafforzati e tavoli di confronto in programma.

La questione della movida barese, in particolare quella del quartiere Umbertino, sta raggiungendo il punto di non ritorno. Il Sindaco Vito Leccese, professando l’intenzione di evitare “ordinanze restrittive”, sembra aver esaurito la pazienza. La città, pur desiderosa di essere “viva, attrattiva, aperta a giovani e turisti”, esige il rispetto del riposo dei residenti. Un concetto apparentemente semplice, ma che all’Umbertino, evidentemente, è diventato un’utopia.

Gli occhi dei cittadini sono puntati sul prossimo fine settimana, considerato un vero e proprio banco di prova. Se si ripeteranno le scene di inizio maggio, con il rione trasformato in una “discoteca a cielo aperto” fino all’alba, o gli schiamazzi e i “cori e sfottò” rivolti ai residenti, allora l’amministrazione non esiterà a “ripensare a cornici normative”. Tradotto: se il buon senso non arriva, arriverà la legge. Un ultimo, forse disperato, appello alla “condivisione” e alla “moderazione”.

L’area più problematica è il cosiddetto “triangolo” tra via Cognetti, via Abbrescia e Largo Adua. Qui, i presidi delle forze dell’ordine verranno rafforzati e le verifiche saranno concentrate sulla somministrazione di alcolici oltre la mezzanotte, una pratica spesso disattesa dagli esercizi commerciali. La tolleranza zero sembra essere la nuova parola d’ordine.

L’agenda del primo cittadino è fitta di incontri sul tema. Mercoledì scorso ha dialogato con i comitati di quartiere, ricevendo un dettagliato resoconto dei disagi. Lunedì prossimo sarà la volta delle associazioni giovanili, mentre mercoledì 28 incontrerà gli esercenti del settore “food & beverage”. L’obiettivo è raccogliere “input” da integrare nei suggerimenti emersi dai forum sulle politiche della notte, svolti tra febbraio e marzo.

La volontà, si dice, è di non limitarsi a soluzioni temporanee, ma di perseguire una “visione più ampia e duratura”. Si prospetta addirittura la pubblicazione di una bozza di documento prima dell’estate, per “regolare lo svago serale ad ampio raggio” in tutta la città. Una promessa ambiziosa, dato che anche i commercianti chiedono “una proposta strutturata” e non semplici idee campate in aria

Tra le strategie a medio termine, si fa strada l’idea di “dislocare” la movida. L’ipotesi di creare nuovi poli attrattivi in Piazza Umberto sta prendendo quota. L’intento è duplice: riqualificare un’area finora afflitta da spaccio e aggressioni, e alleggerire il “carico antropico” sull’Umbertino. Curioso come il problema non si risolva, ma si cerchi di diluirlo altrove.

Per questa ragione, l’eventualità di un villaggio enogastronomico in Largo Giannella è stata accantonata, per non saturare ulteriormente una zona già congestionata. Si valuta invece una “deregulation” per tavolini e sedie in alcune aree pubbliche dell’Umbertino, privilegiando quelle a bassa densità abitativa.

Altri luoghi in esame per ampliare l’offerta serale includono Pane e Pomodoro, la Fiera del Levante, la pineta di San Francesco e il rilancio di San Girolamo. L’obiettivo è “differenziare le proposte” e rendere la città “più vivibile e frequentata”. Resta da vedere se questa “delocalizzazione” sarà una vera soluzione o solo un modo per spostare il chiasso. L’Umbertino ha ricevuto la ‘notifica’, ora la palla passa a chi la notte la vive.

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Anna Caprioli

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