Lo ‘stop’ di Mario Conca salva il patrimonio di Gravina? Nuovi dubbi sulla gestione Comunale

Lo stop di Mario Conca al comune di Gravina

Mario Conca blocca per la terza volta la vendita di un bene pubblico a Gravina, denunciando irregolarità e opacità nell’operato del Sindaco Lagreca.

Gravina in Puglia è nuovamente impegnata a districare una vicenda che accende i riflettori sulla gestione del suo patrimonio pubblico. È Mario Conca, consigliere comunale, a ergersi a paladino del bene comune, annunciando di aver bloccato, per la terza volta, una controversa asta per la vendita di una cava comunale. Un’azione che, a detta di Conca, ha scongiurato un “danno milionario” per le casse municipali e per i cittadini gravinesi.

Il dito di Mario Conca punta dritto verso l’amministrazione del Sindaco Lagreca, accusandolo di attribuire responsabilità a destra e a manca, ma mai a se stesso, nonostante i ripetuti tentativi della sua Giunta e dei suoi uffici di portare a termine la vendita. Conca non usa mezzi termini, suggerendo una gestione quanto meno discutibile delle risorse pubbliche.

La storia, ricostruita da Mario Conca, affonda le sue radici nel 2022. Il consigliere rivela l’esistenza di “proposte di delibera di Giunta” per cedere la cava comunale alla Tufara S.r.l., società curiosamente riconducibile al fratello del vicepresidente del consiglio comunale Debenedictis, per una cifra irrisoria di 18.000 euro. “E fu a lui personalmente che dissi che non era una cosa da fare, che era sbagliato”, ha dichiarato Conca, evidenziando il suo intervento decisivo che all’epoca fermò l’operazione.

Dopo una breve tregua, la questione riemerse il 26 settembre 2023, quando la Giunta, sotto la guida del Sindaco Lagreca, approvò l’atto di vendita. Ancora una volta, fu la tempestiva denuncia pubblica di Mario Conca a imporre la revoca della delibera.

Solo in seguito , è emerso un particolare allarmante: era stato persino predisposto un frazionamento del lotto. L’intento? Aggirare la relazione di stima dell’Agenzia delle Entrate, che aveva valutato la cava 50.156 euro,cifra che superava di 156 euro il limite consentito per la trattativa privata. Una “manovra ben congegnata” – le parole di Mario Conca – per mantenere la vendita formalmente sotto soglia e renderla “possibile”.

Non a caso,, dopo questi episodi, il Regolamento del patrimonio è stato modificato, eliminando del tutto la possibilità di trattativa privata per importi inferiori ai 50.000 euro. E così si è arrivati all’asta più recente, che ieri è stata bloccata “per i miei molteplici rilievi”, ribadisce Conca.

A completare il quadro, Mario Conca aggiunge un elemento sconcertante: cave vicine, persino la metà della cava di Graviglione, sono state stimate da un CTU del Tribunale di Bari oltre 1 milione e 900 mila euro. Una cifra che si scontra clamorosamente con la stima interna di 47 mila euro per la cava di Gravina. Come è possibile una tale discrepanza?, si chiede, implicitamente, Mario Conca, lanciando un interrogativo che merita risposte chiare e immediate sulla trasparenza delle valutazioni e delle procedure amministrative a Gravina.

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Elvira Zammarano

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