Primo Maggio di fuoco a Bari con la lite tra Decaro e Losito
Scontro acceso tra l’ex sindaco di Bari Antonio Decaro e Fabio Losito (Rifondazione Comunista) il 1° maggio al Parco 2 Giugno. Motivo della lite: la critica di Losito alla candidatura del fratello di Decaro a Rettore. Due versioni sull’accaduto
Un inedito scontro verbale ha acceso gli animi durante le manifestazioni del Primo Maggio a Bari, in un contesto di festa e partecipazione. Protagonisti della discussione sono state due figure del panorama politico locale: l’ex sindaco di Bari, Antonio Decaro, e Fabio Losito.
Quest’ultimo, recentemente iscritto a Rifondazione Comunista, è anche noto per essere stato ex assessore nella giunta comunale. L’episodio si è verificato all’esterno del Parco 2 Giugno, un luogo simbolo per le celebrazioni del lavoro, dove si teneva il tradizionale ‘concertone’, attirando l’attenzione dei presenti.
A raccontare i dettagli dello ‘spiacevole’ episodio è Sabino De Razza, che ricopre l’incarico di segretario regionale di Rifondazione Comunista e, dunque, testimone diretto dell’accaduto. De Razza riferisce che Decaro, vedendo Losito impegnato a distribuire volantini per promuovere i ‘Sì’ ai cinque referendum contro la precarietà lavorativa, un’attività legittima in quella sede, avrebbe reagito con notevole veemenza e un tono aggressivo.
Decaro avrebbe incominciato ad alzare la voce in modo alterato, ripetendo una frase dal tono perentorio e diretto, “Tu devi lasciar stare mio fratello”. Una scena che De Razza ha giudicato ‘brutta’ e una ‘sceneggiata veramente aggressiva’, insomma, un confronto fuori luogo in un contesto pubblico e festoso. L’acceso scambio di battute, avvenuto in uno spazio affollato, ‘ha attirato molti presenti al parco’, catalizzando l’attenzione di tutti.
La segreteria regionale di Rifondazione Comunista ha espresso immediatamente e pubblicamente la sua piena solidarietà a Fabio Losito per l’aggressione verbale subita, definendo la reazione dell’ex sindaco ‘arrogante’ e ‘inaspettata’, manifestando, inoltre, un sincero stupore per un ‘nervosismo’ che, a loro dire, ‘ancora non si spiegano’.
Ma qual è la causa scatenante di questo scontro diretto e frontale tra i due politici in un giorno così pregno di significati? Secondo quanto riferito da De Razza, l’accusa mossa da Decaro a Fabio Losito riguarda questioni familiari strettamente legate a dinamiche istituzionali e accademiche di rilievo. In particolare, la contesa ruoterebbe attorno al fatto che Losito avrebbe espresso pubblicamente la sua contrarietà alla candidatura di Nicola Decaro, fratello dell’ex sindaco, al ruolo di rettore dell’Università di Bari.
Un’ Università dove, peraltro, Losito stesso ricopre la posizione di dipendente, il che conferirebbe una certa legittimità alla sua opinione sulla gestione futura dell’ateneo barese. A rendere il quadro più complesso e, per Rifondazione, più critico, c’è il fatto che un altro fratello di Antonio Decaro si stia contemporaneamente candidando per ottenere un posto di rilievo alla Regione Puglia.
Losito non si sarebbe limitato a una critica generica; secondo il suo partito, si sarebbe schierato apertamente a favore di un altro candidato per la carica di rettore, esprimendo una preferenza chiara e legittima. La sua posizione, chiarisce De Razza, non è da intendersi come un giudizio personale sulle figure in sé, ma è invece una ‘considerazione legittima sull’opportunità’.
Riguarda la potenziale concentrazione di potere derivante dal fatto che ‘sia la Regione sia la più grande Istituzione Accademica del territorio possano essere governate da due fratelli’, una situazione che solleva perplessità sulla separazione dei poteri e sull’opportunità politica. È grave – aggiunge polemicamente il segretario regionale di Rifondazione – che la libera espressione del proprio pensiero critico da parte di un dipendente universitario e cittadino sulla cosa pubblica sia percepita da alcuni come una ‘lesa maestà’. E non venga riconosciuta, invece, come un fondamentale diritto democratico esercitato in un dibattito pubblico.
Dall’altro fronte, i collaboratori più vicini ad Antonio Decaro offrono una versione differente dell’accaduto o, meglio, una giustificazione della sua reazione al Parco 2 Giugno. Non negano la legittimità generale della contestazione politica nel dibattito pubblico, riconoscendo che il confronto fa parte della democrazia.
Spiegano tuttavia che tale contestazione deve rimanere ‘nei limiti dello spazio politico’ e del confronto tra idee e programmi. Non deve invece, a loro dire, ‘andare contro persone differenti che nulla c’entrano’ direttamente con la contesa strettamente politica o istituzionale in corso, suggerendo che le critiche di Losito avrebbero toccato un limite personale o familiare non pertinente al dibattito pubblico, insomma, sarebbero andate oltre. Una puntualizzazione che sembra indicare che Losito avrebbe oltrepassato un confine accettabile nel suo agire o nel modo di criticare figure non direttamente coinvolte nella competizione politica principale.
Di fatto, l’episodio del Primo Maggio a Bari evidenzia una tensione politica elevata, intrecciata a dinamiche familiari e istituzionali, e avvenuta sotto gli occhi dei cittadini presenti al parco per una giornata che doveva essere solo di festa. Due versioni contrapposte di un confronto acceso, che lasciano spazio a interpretazioni diverse sull’accaduto e sulle motivazioni profonde che hanno portato allo scontro.
Per ulteriori informazioni, visitare e seguire le piattaforme di informazione WideNews, disponibile al link https://www.widenews.it/ e la pagina Facebook https://www.facebook.com/WideNewsNotizieDalWebb.
Primo Maggio di fuoco a Bari con la lite tra Decaro e Losito