Caso Fiorella. Indagati ora anche chi non controllò
Fiorella, moglie di Caracciolo, è accusata di produzione e utilizzo di atto falso. L’attenzione degli inquirenti si estende ora anche su coloro che avrebbero dovuto verificare la documentazione presentata per l’assunzione in Aeroporti di Puglia.
La presentazione di un diploma attestante una laurea specialistica in ‘Economia e marketing’ in luogo del titolo realmente conseguito in ‘Scienze delle amministrazioni’ configura un’ipotesi di contraffazione materiale. È questa la contestazione mossa dalla Procura di Bari nei confronti di Carmela Fiorella, trentottenne coniuge del consigliere regionale Filippo Caracciolo sul concorso indetto da Aeroporti di Puglia per la selezione di un dirigente del personale e delle successive denunce presentate dalla stessa società pubblica e dall’Università degli Studi di Bari. Ma gli accertamenti investigativi potrebbero estendersi ulteriormente.
Fiorella era risultata l’unica partecipante alla selezione avviata nel febbraio 2024 e rimasta aperta per quindici giorni dopo che la commissione designata da Aeroporti aveva escluso altri due candidati. Tuttavia, al termine della procedura selettiva, che aveva previsto la valutazione dei titoli e un colloquio orale, l’assunzione della moglie dell’esponente del Partito Democratico in Aeroporti avvenne senza che le dichiarazioni presentate fossero sottoposte a verifica e nonostante l’esibizione di un diploma di laurea che appariva palesemente sospetto: mancava una certificazione di conformità, era assente la marca da bollo e – come si è appreso successivamente – non era presente il contrassegno anticontraffazione con codice Qr.
Fiorella rassegnò le dimissioni nella stessa mattinata in cui furono svelate dai media le incongruenze nel diploma e nel curriculum vitae presentato, ammettendo in seguito la falsificazione del titolo di studio.
“Sono pronta a rispondere del mio comportamento dinanzi alle autorità competenti, ma è giusto che paghi chi ha commesso l’errore e nessun altro”, aveva dichiarato Fiorella, precisando che il marito “era totalmente all’oscuro” e che “sta subendo ingiustamente le conseguenze delle mie azioni”. La Procura dovrà tuttavia accertare se sussistano responsabilità anche nella mancata verifica dei titoli antecedente all’assunzione.
La contraffazione delle autocertificazioni costituisce un’aggravante rispetto alla semplice ipotesi di falso e, in caso di condanna, può comportare anche l’interdizione dalla partecipazione a selezioni pubbliche.
“Sono stata offuscata dall’ambizione – si è giustificata Fiorella – di poter ricoprire un ruolo professionale che ritenevo potesse coronare il mio percorso formativo e la mia esperienza lavorativa nel settore delle Risorse umane, essendo laureata in Scienze delle Amministrazioni presso l’Università degli Studi di Bari, avendo conseguito un master in Organizzazione del personale all’Università Bocconi e svolgendo l’attività di consulente delle Risorse umane in un’importante azienda privata”.
Nel curriculum vitae presentato ad Aeroporti, Fiorella aveva dichiarato di aver ricoperto il ruolo di ‘Hr Manager’ presso Adecco, affermazione anch’essa discordante con quanto risultante dall’attestazione storica in cui si menzionava un’assunzione come impiegata amministrativa: un ulteriore dettaglio che la commissione esaminatrice avrebbe potuto rilevare.
Nella sua dichiarazione, riconosce invece di aver svolto la mansione di ‘consultant’, coerente con l’inquadramento e con la retribuzione dichiarata. Anche nel curriculum vitae presentato ad Acquedotto Pugliese, dove nel 2017 era stata nominata consigliera su indicazione del marito, oltre alla laurea artefatta aveva dichiarato di essere ‘Hr manager centro-sud’, una qualifica ulteriormente differente. Ma nessuno sollevò obiezioni.
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