Inchiesta tangenti Asl Bari
Gli imprenditori Crisanti e Perrone verso il patteggiamento, altri imputati scelgono il giudizio abbreviato
L’inchiesta sulle tangenti che ha coinvolto l’Asl di Bari compie un ulteriore passo avanti. Il 10 giugno, gli imprenditori Giovanni Crisanti e Cataldo Perrone si presenteranno davanti al giudice per l’udienza preliminare, Isabella Valeria Valenzi, con una proposta di patteggiamento già concordata con la Procura. Questa decisione segna un punto di svolta nel processo che coinvolge altri imputati, per i quali si prospetta invece un percorso giudiziario diverso, quello del giudizio abbreviato.
Giovanni Crisanti, difeso dall’avvocato Cristian Di Giusto, è descritto dagli inquirenti come una figura centrale nell’indagine. Il 67enne, attualmente ai domiciliari ma con permesso di lavoro, ha accettato una condanna di tre anni e mezzo. Considerando i cinque mesi di carcerazione preventiva già scontati, potrebbe presto richiedere l’affidamento in prova. Dall’altro lato, Cataldo Perrone, 74 anni e residente a Corato, assistito dall’avvocato Mario Malcangi, ha concordato una pena di due anni e sei mesi con sospensione della pena, essendo già da tempo libero ma con il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione.
L’inchiesta ha fatto scalpore con gli arresti avvenuti il 12 novembre, supportati da prove schiaccianti come intercettazioni e riprese video. Le accuse sono gravi: associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa d’asta, falso e subappalto illecito. In particolare, tre ex dipendenti dell’Asl, ora sospesi, avrebbero ricevuto denaro e regali in cambio di affidamenti di lavori e l’approvazione di varianti milionarie nei progetti.
Il procuratore Roberto Rossi e la pm Savina Toscani hanno accelerato il processo chiedendo il giudizio immediato. Mentre un solo imputato ha scelto il rito ordinario, gli altri nove hanno preferito i riti alternativi, con alcuni che potrebbero tentare nuovamente il patteggiamento. Tra questi, gli ingegneri Nicola Sansolini e Nicola Iacobellis, ex dirigenti dell’Area tecnica della Asl, ritenuti il fulcro del sistema corruttivo, hanno visto respinte le loro proposte di cinque anni di pena a causa della mancanza di un accordo sul risarcimento dei danni. Le autorità hanno sequestrato rispettivamente 173mila euro a Iacobellis e 90mila euro a Sansolini, oltre a 60mila euro a Crisanti.
L’evoluzione dell’inchiesta lascerà sicuramente il segno nel contesto giudiziario pugliese.
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