Ex Banca Popolare di Bari: nuova protesta dei risparmiatori
Ancora una volta, i risparmiatori dell ‘ex Popolare di Bari hanno manifestato il loro disappunto. La Banca del Mezzogiorno (BDM), nata dalla trasformazione dell’istituto di credito della famiglia Jacobini, viene accusata di aver ‘praticamente interrotto tutte le interlocuzioni con i soci’ e di continuare a ‘pregiudicare gli azionisti’, ostacolando persino la loro partecipazione all’assemblea sociale. Secondo quanto dichiarato dai manifestanti, questa decisione sarebbe motivata dal timore di ‘legittime proteste’.
Una nutrita delegazione di azionisti ha protestato sotto la sede barese della banca, esprimendo la propria contrarietà per essere stata ‘impedita la presenza fisica in assemblea’, convocata in modalità telematica per l’approvazione del bilancio 2024.
La risposta della Banca del Mezzogiorno non si è fatta attendere. L’istituto ha precisato che la scelta di svolgere l’assemblea in via telematica ‘assicura le prerogative dei soci, garantendone la rappresentatività’. BDM ha inoltre sottolineato che ‘i soci che hanno ritenuto di esercitare il proprio diritto di voto, si sono espressi’.
L’assemblea ordinaria degli azionisti ha approvato a maggioranza dei votanti (pari al 96,87% del capitale sociale) il bilancio di esercizio al 31 dicembre 2024, deliberando di destinare l’intero utile netto alla parziale copertura delle perdite pregresse. L’assemblea ha inoltre dato il via libera alle ‘Politiche di remunerazione 2025 per il Gruppo Bancario Mediocredito Centrale’ e al ‘Piano dei compensi 2025 basati su strumenti finanziari Phantom Stock’.
Tuttavia, Giuseppe Carrieri e Saverio Daddario, rappresentanti di AssoAzionistiBPB/Comitato Indipendente Azionisti BPB, hanno dichiarato: “Ci riserviamo di valutare le opportune azioni legali per l’impugnazione della delibera assembleare, in ragione delle gravi violazioni dei diritti dei soci consumatesi con lo svolgimento dell’assemblea ‘a porte chiuse’, modalità codesta che solo BDM riserva ai propri azionisti”.
Le proteste si inseriscono in un clima di tensione che perdura da anni attorno alle vicende dell’istituto di credito barese, coinvolto anche in diversi procedimenti penali che vedono sotto accusa il precedente management guidato dalla famiglia Jacobini. Tali vicende hanno generato numerosi contenziosi civili, promossi dai risparmiatori per ottenere rimborsi o risarcimenti a seguito del crollo del valore delle azioni.
Proprio nei giorni scorsi, il Tribunale di Brindisi ha condannato l’ex Banca Popolare di Bari a risarcire con 80mila euro un azionista che aveva acquistato titoli ‘prospettati come sicuri e senza alcun rischio per il capitale’. L’associazione ‘Dalla parte del consumatore’, che ha assistito il risparmiatore nel giudizio civile, ha ricordato come il valore delle azioni sia successivamente ‘crollato vertiginosamente’. Il Tribunale ha riconosciuto la violazione, da parte dell’istituto di credito, della normativa di settore e, in particolare, degli obblighi di informazione, dichiarando la risoluzione del contratto e sancendo il diritto del consumatore alla restituzione della somma investita, oltre agli interessi maturati dal giorno dell’investimento.
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Ex Banca Popolare di Bari