Condannato a tre anni per stalking
Verdetto del tribunale per un 25enne responsabile di reiterate violenze fisiche e psicologiche, culminate nella persecuzione della ex convivente.
Un lungo e doloroso capitolo di violenza domestica e persecuzione ha trovato, almeno in sede giudiziaria, una prima conclusione con la sentenza emessa dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Bari. Un giovane di 25 anni è stato ritenuto colpevole di aver inflitto anni di maltrattamenti alla sua compagna, una donna oggi 23enne, con episodi di aggressione fisica e psicologica consumati spesso sotto gli occhi dei loro figli minori. La pena inflitta ammonta a tre anni di reclusione.
La vicenda, ricostruita attraverso la denuncia della vittima, affonda le radici in una relazione iniziata in giovane età e intensificatasi nel 2016, quando lei aveva appena quindici anni e lui diciassette. Un legame descritto come “tormentato” fin dagli esordi, caratterizzato da dinamiche violente che avevano spinto i genitori della ragazza a tentare, invano, di ostacolarlo. La prima segnalazione alle autorità risale all’agosto del 2018, quando l’uomo minacciò la compagna con un coltello, per poi colpirla violentemente al volto, causandole lesioni.
Nel 2019, nel tentativo di sottrarsi al compagno violento, la giovane fu collocata in una comunità protetta. Tuttavia, anche in questo contesto, l’uomo non avrebbe desistito dalla sua condotta persecutoria, presentandosi nei pressi della struttura e riuscendo a convincerla a fuggire. Iniziava così un periodo di instabilità e paura, con continui spostamenti e rifugi di fortuna, in abitazioni abbandonate. Ogni tentativo della ragazza di interrompere questa fuga costante scatenava, secondo il suo racconto, reazioni aggressive da parte del compagno.
Dopo un periodo di separazione, una volta raggiunta la maggiore età da entrambi, la relazione riprese qualche anno fa, portando alla nascita di due bambini, oggi di tre e quattro anni. La convivenza, tuttavia, avrebbe acuito, come si legge negli atti giudiziari, la natura violenta dell’uomo. Urla quotidiane, insulti, strattoni e minacce di morte erano diventati la norma, perpetrati spesso durante la notte, turbando il sonno e la serenità dei figli.
Le accuse nei confronti del 25enne comprendono anche episodi di aggressione fisica, come un colpo inferto con un ventilatore, percosse con schiaffi e tirate di capelli, calci e spinte. Questa spirale di violenza è proseguita fino al settembre del 2024, quando la donna ha preso la decisione definitiva di interrompere la relazione. Ma la separazione non ha posto fine al suo calvario.
L’uomo, incapace di accettare la fine del rapporto, avrebbe iniziato a perseguitare l’ex compagna con incessanti telefonate e messaggi vocali dal contenuto minaccioso e umiliante, appostandosi nei pressi dell’abitazione dei genitori di lei. In un ulteriore atto di violenza psicologica, avrebbe diffuso in chat una fotografia intima di una donna, spacciandola per la sua ex compagna (circostanza negata dalla vittima), accompagnando il tutto con minacce di morte esplicite, come “ti spacco la testa”.
Esasperata dalla paura e dalle continue persecuzioni, la giovane donna ha sporto denuncia nel novembre scorso, descrivendo un clima di terrore costante, con l’ex compagno che la seguiva ovunque, rendendo la sua vita e quella dei suoi familiari un incubo. Pochi giorni dopo la denuncia, l’uomo è stato arrestato e, dopo un periodo iniziale ai domiciliari, è stato trasferito in carcere nel gennaio successivo.
Nel processo con rito abbreviato, il pubblico ministero aveva richiesto una condanna a tre anni e quattro mesi per i reati di maltrattamenti in famiglia e stalking. Il giudice ha accolto parzialmente la richiesta, infliggendo una pena di tre anni di reclusione. Le motivazioni della sentenza saranno rese note nei prossimi novanta giorni.
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