Emergenza sanità in Puglia: L’ex consigliere Conca demolisce il sistema, “Colpa di tagli, centrosinistra e interessi partigiani”

Emergenza sanità in Puglia le accuse di Mario Conca

Mario Conca, già responsabile della Sanità regionale, lancia un allarme senza precedenti sul collasso del sistema sanitario pugliese, denunciando scelte scellerate e responsabilità precise.

La situazione nei Pronto soccorso della Puglia ha raggiunto un punto di non ritorno, un’emergenza che si incrocia con le difficoltà, ormai croniche, del sistema sanitario nazionale. A squarciare il velo su questa drammatica realtà è Mario Conca, ex consigliere regionale con una profonda conoscenza del settore, avendo ricoperto la delicata delega alla Sanità. La sua analisi è impietosa e accusa direttamente le politiche regionali degli ultimi due decenni e il ruolo di alcune categorie professionali.

I recenti fatti di cronaca pugliese, eco di un malessere diffuso in tutta Italia, raccontano storie di ordinaria follia: personale medico e infermieristico aggredito verbalmente e fisicamente, pazienti che, stremati dall’attesa e dalla mancanza di assistenza adeguata, vedono la propria vita appesa a un filo, o peggio, spegnersi. Ospedali che appaiono come trincee, con organici ridotti all’osso e personale sanitario che, pur animato da spirito di abnegazione, si trova nell’impossibilità di fronteggiare la mole crescente di emergenze.

“Da nord a sud la situazione è critica – sottolinea con amarezza Conca – ma nel Meridione i nodi vengono al pettine in maniera ancora più violenta. Siamo spettatori impotenti di dinamiche che definire aberranti è quasi un eufemismo. Pazienti esasperati, comprensibilmente arrabbiati, si scontrano con un numero di medici e infermieri insufficiente a soddisfare le loro legittime aspettative di essere accolti, ascoltati e curati dignitosamente. È una guerra tra poveri, una lotta per la sopravvivenza in un sistema che sembra aver perso la sua bussola etica e professionale. E mentre tutto questo accade, chi siede nelle stanze del potere, chi avrebbe il dovere e la possibilità di agire concretamente, preferisce rimanere a guardare, quasi fosse uno spettacolo lontano e indolore”.

Ma quali sono le cause profonde di questa crisi che attanaglia la sanità pugliese? Mario Conca non esita a indicare le responsabilità: “In oltre vent’anni di gestione regionale, abbiamo assistito a una riduzione impressionante del numero dei pronto soccorso, passati da 70 a un misero numero di 29”.

Un taglio netto, una scure che si è abbattuta sull’efficienza del sistema e che ha avuto ripercussioni devastanti sull’intera rete dell’emergenza-urgenza. A questa drastica riduzione, si è aggiunta, secondo l’ex assessore, una “progressiva desertificazione dell’assistenza territoriale”. Cosa significa concretamente? Chiusura di presidi sanitari di prossimità, depotenziamento dei servizi di medicina di base, una progressiva scomparsa di quel primo livello di assistenza che dovrebbe rappresentare il filtro per evitare l’intasamento degli ospedali. Il risultato inevitabile è stato un “tilt dell’emergenza urgenza” e un “oberamento oltremodo” delle strutture ospedaliere, già di per sé sottodimensionate.

Ma le accuse di Conca non si fermano qui. Nel suo mirino finisce anche la Fimmg (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale), rea, a suo dire, di “continuare a difendere gli interessi di bottega a danno di tutti“. Quali sarebbero questi interessi? Conca non entra nei dettagli, ma il riferimento sembra essere a una resistenza al cambiamento, a una difesa di prerogative consolidate che, nel contesto attuale, finirebbero per penalizzare l’intera collettività.

Un atteggiamento che, sempre secondo l’ex consigliere regionale, ha trovato un “avallo” complice nel “centrosinistra che dal 2007 foraggia gli accordi integrativi”. Questi accordi, nati con l’intento di migliorare l’integrazione tra ospedale e territorio, sarebbero invece diventati, nell’ottica di Conca, un freno al necessario rinnovamento del sistema. L’ex assessore sottolinea come il centrosinistra abbia “osteggiato a viso aperto il passaggio alla dirigenza medica proposto dal Ministro Schillaci”.

Una proposta, quella del Ministro, che punta a una riorganizzazione strategica dell’assistenza territoriale, con un rafforzamento dei presidi territoriali di assistenza (PTA) e la realizzazione dei costruendi Ospedali di Comunità. Queste strutture, pensate come un anello di congiunzione tra il territorio e l’ospedale, con una forte presenza di medici e personale infermieristico, rappresenterebbero una risposta concreta alla crisi dell’emergenza-urgenza, alleggerendo il carico sui pronto soccorso e garantendo una presa in carico più efficace dei pazienti con patologie meno gravi.

La chiosa finale di Mario Conca è un misto di amarezza e sarcasmo, un grido di disperazione che suona come un monito: “Io direi di continuare a votare per il campo largo, Vendola, Emiliano, Decaro o chi per loro, perché questa è la via maestra per completare il camposanto sanitario pugliese…e non solo!”.

Parole dure, che lasciano intravedere una profonda sfiducia nella capacità della politica attuale di invertire la rotta. Come si è potuti giungere a una situazione così critica? Quali misure concrete e immediate verranno messe in campo per garantire ai cittadini pugliesi un diritto alla salute degno di questo nome? E soprattutto, chi pagherà il prezzo di questa deriva del sistema sanitario?

Ospedale Di Venere, reportage WIDENEWS

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Emergenza sanità in Puglia le accusa di Mario Conca al sistema

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Elvira Zammarano

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