Delitto Caprio a Bitonto: Cassazione mette la parola fine, confermati 21 anni a Giampalmo

Giampalmo condannato a 21 anni per il delitto di Paolo Caprio

L’omicidio che ha sconvolto la comunità di Bitonto ha trovato la sua conclusione giudiziaria con la conferma della condanna a 21 anni di reclusione per Fabio Giampalmo. La Suprema Corte di Cassazione ha tracciato un quadro inequivocabile di quella tragica notte tra il 4 e il 5 settembre 2021, in cui il 23enne ex pugile ha tolto la vita a Paolo Caprio, un imbianchino di 40 anni, con un’aggressione brutale presso un bar sulla strada provinciale tra Modugno e Bitonto.

Come riportano le motivazioni della sentenza, Giampalmo non voleva semplicemente spaventare Caprio, ma ucciderlo. “La condotta perpetrata ai danni della vittima non fu altro che l’occasione e il pretesto per dare sfogo ad istinti violenti”, hanno scritto i giudici. Una lite nata da motivi futili: un presunto sguardo provocatorio di Caprio, percepito da Giampalmo come un affronto.

La difesa di Giampalmo aveva tentato di far riqualificare il reato da omicidio volontario a preterintenzionale. Tuttavia, la Cassazione ha rigettato tale richiesta, elencando quattro motivi chiave. Prima di tutto, la passata esperienza da pugile di Giampalmo, che aveva praticato la boxe dai 13 ai 17 anni, gli ha conferito la consapevolezza della pericolosità dei suoi colpi: colpire qualcuno al volto con tale intensità porta a conseguenze fatali, soprattutto al di fuori di un ring regolamentare.

I colpi inflitti, vietati al di fuori delle competizioni sportive, sono stati sferrati contro una persona indifesa e colta di sorpresa. Paolo Caprio non aveva modo di difendersi e, a seguito dei pugni ricevuti, è caduto battendo la testa su una superficie rigida. La freddezza di Giampalmo, che si è allontanato senza alcuna preoccupazione, sottolinea la sua “estrema lucidità e spregiudicatezza”, hanno osservato i giudici.

Nel processo, le parti civili erano rappresentate dalla moglie di Caprio, la figlia minorenne, la madre e le tre sorelle, assistite dall’avvocato Massimo Roberto Chiusolo. Per loro, questa sentenza rappresenta una dolorosa conferma della perdita subita. Ma la domanda rimane: come può un banale gesto, come un semplice sguardo, scatenare una violenza tanto devastante?

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Giampalmo condannato a 21 anni per il delitto Caprio

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Anna Caprioli

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