Omicidio Sara Campanella: La fuga di Stefano Argentino finisce a Noto

Omicidio Sara Campanella a Messina

Stefano Argentino arrestato dopo il brutale omicidio di Sara Campanella a Messina. Indagini in corso per identificare eventuali complici.

In meno di ventiquattro ore dalla drammatica fuga di Stefano Argentino, il ventisettenne studente universitario responsabile dell’omicidio della collega Sara Campanella, le forze dell’ordine sono riuscite a localizzarlo e fermarlo. Il giovane, dopo aver commesso il crimine davanti a decine di testimoni, si era rifugiato nella casa di famiglia a Noto, nel Siracusano, sperando forse di poter eludere la giustizia. Tuttavia, grazie all’efficiente operato dei carabinieri del comando provinciale di Messina, la sua fuga è stata breve.

L’omicidio, avvenuto lunedì pomeriggio, ha scioccato l’intera nazione. Sara Campanella, una promettente studentessa di origini palermitane, era a Messina da due anni per proseguire gli studi. La sua vita è stata tragicamente interrotta in un modo che nessuno avrebbe potuto prevedere. Secondo le testimonianze raccolte, Argentino ha accoltellato la giovane davanti a numerosi passanti che, attoniti, hanno assistito alla scena. Uno dei testimoni ha persino tentato di rincorrere l’aggressore, ma invano.

Gli investigatori sospettano che Stefano Argentino abbia potuto contare sull’aiuto di qualcuno per sfuggire alle forze dell’ordine. Al momento, l’indagine si concentra sull’identificazione di eventuali complici che abbiano favorito la sua fuga. Domani, davanti al giudice per le indagini preliminari, Argentino potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere. L’avvocato Raffaele Leone, incaricato come difensore dai genitori di Stefano , ha rinunciato al mandato dichiarando: “La famiglia è sconvolta”.

Il dolore è palpabile tra i familiari di Sara, originaria di Misilmeri. Lo zio e il fratello della vittima si sono recati al Policlinico di Messina, dove è stata trasportata la salma per l’autopsia. “Era piena di sogni e voglia di vivere”, ha detto lo zio, esprimendo il dolore e lo smarrimento che hanno colpito la famiglia.

L’indagine, che si è sviluppata rapidamente grazie ai resoconti dei testimoni e alle immagini delle telecamere di sorveglianza della zona, ha rivelato un quadro inquietante. Sara, infatti, subiva da tempo le attenzioni indesiderate di Stefano Argentino, attenzioni che avevano un carattere molesto e ossessivo. Nonostante il suo comportamento persecutorio, la giovane non aveva mai sporto denuncia, forse sottovalutando il pericolo. Le amiche di Sara erano a conoscenza del disagio che la ragazza provava, tanto da soprannominare Argentino “il malato”.

Dopo il tragico evento, le parole del sindaco di Noto riflettono lo sgomento generale: “Siamo sgomenti”. Nessuno avrebbe potuto immaginare che il giovane, descritto come riservato e amante delle moto, potesse compiere un atto così efferato.

Un testimone, presente sul luogo del delitto, ha raccontato alle autorità: “Mentre ero in piedi in attesa dell’autobus, ho sentito improvvisamente delle forti grida. Ho visto una ragazza, mai vista prima, fuggire in preda al panico”. Purtroppo, la corsa di Sara è stata interrotta da Stefano, armato di coltello. Nonostante l’intervento tempestivo dei soccorsi, per la giovane non c’è stato nulla da fare. È morta poco dopo l’arrivo in ospedale.

Le indagini proseguono, mentre la comunità si interroga su come sia stato possibile arrivare a una tale tragedia. Le domande sono molte: poteva essere evitato? Quali segnali sono stati trascurati? E soprattutto, chi ha aiutato Stefano Argentino nella sua breve fuga?

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Sara Campanella

 

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Elvira Zammarano

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