Giacomo Olivieri ai domiciliari
L’ex consigliere regionale trasferito in Salento: le conseguenze della confessione e le reazioni
La carcerazione di 13 mesi non è stata sufficiente. Così ha deciso il giudice per l’udienza preliminare Giuseppe De Salvatore, concedendo a Giacomo Olivieri, ex consigliere regionale, la detenzione domiciliare. Dopo l’arresto del 24 febbraio 2024, nell’ambito dell’operazione Codice Interno, Olivieri lascia il carcere di Lanciano per trasferirsi a Parabita, nel Salento, presso la residenza del fratello. Un provvedimento che arriva nonostante il parere contrario della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda).
L’ex consigliere è stato coinvolto in una rete di contatti politici ed economici a Bari, epicentro delle vicende illegali che lo vedono protagonista. Secondo il gup, il trasferimento in una località distante rappresenta un’opportunità per limitare le sue libertà di movimento e comunicazione, riducendo il rischio di riprendere contatti con il “mondo di mezzo”, ambiente in cui Olivieri avrebbe cercato voti per la moglie.
Il dibattimento è stato animato dalla confessione di Olivieri, avvenuta in aula il 12 febbraio, in cui ha ammesso di aver offerto denaro e regali in cambio di consensi. Una dichiarazione che i suoi avvocati, Gaetano e Luca Castellaneta, hanno valorizzato, sottolineando il distacco del loro assistito dalle competizioni politiche. Tuttavia, la Dda non si è lasciata convincere, sostenendo che Olivieri avrebbe solo ammesso “utilità in cambio di voti” senza affrontare i legami con i clan baresi, elemento chiave nel presunto scambio politico-mafioso.
Il giudice De Salvatore ha confermato che le dichiarazioni di Olivieri saranno esaminate nel merito del processo, che potrebbe concludersi tra maggio e giugno, con il rischio per l’ex consigliere di una condanna a dieci anni. Nonostante il clamore suscitato, le esigenze cautelari rimangono prioritarie. Tuttavia, il tempo trascorso e la proposta di trasferimento lontano da Bari hanno pesato sulla decisione di attenuare le misure.
Olivieri era l’ultimo degli imputati del filone politico dell’inchiesta Codice Interno ancora in carcere. Gli altri, inclusa la moglie Maria Carmen Lorusso, sono ormai liberi o ai domiciliari. La Dda sostiene che Olivieri abbia avuto rapporti con i clan Parisi, Strisciuglio e Montani, con cui avrebbe stretto patti per influenzare le elezioni comunali baresi del 2019. Un’accusa che ha portato la prefettura a ispezionare il Comune, escludendo infiltrazioni mafiose ma rilevando irregolarità nella Polizia municipale e nelle società partecipate.
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