LEGGI CON ANNA “Arance Rosse”
Alison ha tutto ciò che si può desiderare: un marito amorevole, una figlia adorabile e una carriera legale sulla rampa di lancio: le è stato appena affidato il suo primo caso di omicidio. La cliente che difenderà in giudizio non nega di avere pugnalato il marito e pare decisa a dichiararsi colpevole. Eppure c’è qualcosa di profondamente sbagliato nella storia che racconta. Ma anche nella vita di Alison non tutto è come sembra… Alison beve troppo e sta trascurando la sua famiglia. Ha anche intrapreso una relazione con un collega il cui gusto per l’estremo supera i confini di ciò che lei è in grado di sopportare. Salvare la sua cliente potrebbe essere il primo passo per salvare anche se stessa.Ma qualcuno nell’ombra conosce i segreti più nascosti di Alison, qualcuno che vuole farle pagare ciò che ha fatto e che non si fermerà fino a quando lei non avrà perso tutto quello che ha di più caro.
LEGGI CON ANNA “Arance Rosse”
“Arance Rosse”, opera prima di Harriet Tyce, si configura come un thriller dalla trama, in alcuni aspetti, piuttosto lineare, eppure capace di offrire spunti di riflessione che permangono al termine della lettura. Due nuclei narrativi principali si intrecciano: un caso di uxoricidio che, nella sua immediatezza e confessione, pare risolversi con disarmante semplicità; e la sfera personale della protagonista, Alison, avvolta da un’aura di crescente inquietudine a causa di una serie di messaggi perturbanti.
Se la dinamica del primo enigma si svela con una chiarezza quasi disarmante, lasciando poco spazio all’investigazione attiva del lettore, il secondo scenario, intriso di sottili presagi, disvela le sue implicazioni più profonde solo nel suo epilogo. L’interesse primario non risiede tanto nell’ordito delittuoso in sé, che funge quasi da sfondo, quanto nell’analisi psicologica di Alison.
Una figura femminile che, pur lucida nel riconoscere i propri errori, si dimostra prigioniera di dinamiche autodistruttive. Nonostante i tentativi di riscatto, spesso sollecitati da interventi esterni, la sua fragilità interiore la conduce inesorabilmente a reiterare scelte infelici, evidenziando una dolorosa impotenza di fronte alle proprie debolezze.
Alison incarna un’umanità fallibile, una protagonista con cui l’identificazione risulta ardua, ma il cui percorso esistenziale non suscita una condanna definitiva. Non si tratta di giustificare le sue azioni, bensì di riconoscere in lei le fragilità intrinseche alla condizione umana: la capacità di smarrire la retta via, di compromettere i legami più significativi e di manifestare una resilienza deficitaria di fronte alle proprie dipendenze e mancanze.
Sebbene “Arance Rosse” non si distingua per un’originalità dirompente o per una trama thriller particolarmente complessa, rappresenta una lettura tutt’altro che trascurabile, capace di intrattenere e, soprattutto, di indurre una riflessione sulla complessità della psiche umana.
Il romanzo introduce altresì la figura di Alison come avvocato di professione, chiamata a difendere una donna accusata di omicidio in un contesto probatorio apparentemente inequivocabile.
Parallelamente, si delinea un quadro della sua esistenza privata segnata da un rapporto coniugale distante, da una maternità vissuta con sensi di colpa e da una tendenza all’evasione attraverso l’alcool e frequentazioni superficiali. Una consapevolezza amara della propria inadeguatezza pervade il suo animo.
Il susseguirsi degli eventi innesca una rapida trasformazione della sua vita, con una trama densa di colpi di scena che incalzano il lettore verso un finale dal forte impatto emotivo. Le pagine si animano di istantanee di esistenze disordinate, suscitando reazioni che spaziano dal disagio all’irritazione, fino alla sottile inquietudine.
Harriet Tyce dimostra una notevole abilità nel tessere una narrazione che, pur nella sua accessibilità, non lascia indifferenti.
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