Trani – Amet Spa tra licenziamenti e possibili ricollocazioni: a rischio 5 ausiliari del traffico

Amet Spa

L’annuncio del licenziamento e il dibattito sulla ricollocazione degli ausiliari nella divisione elettrica di Amet Spa.

La notizia dell’imminente licenziamento di cinque ausiliari della sosta e del traffico sta generando un acceso dibattito all’interno di Amet Spa, l’ex municipalizzata che, a partire dal 1° aprile, cederà il servizio di gestione della sosta a pagamento alla Sis di Corciano (Perugia).

Tuttavia, nonostante la decisione di licenziamento, la Sis si prepara ad assorbire questi lavoratori nel rispetto della clausola sociale, previa formazione presso la Polizia locale per il rilascio del decreto che conferisce loro poteri di pubblico ufficiale.

Un paradosso emerge: perché, ci si chiede, Amet Spa, pur avendo bisogno di nuove risorse nel settore elettrico, decide di licenziare questi lavoratori? Un gruppo di colleghi, guidato dal segretario aziendale Daniele di Lernia, ha espresso apertamente la propria contrarietà alla decisione, sottolineando l’importanza di valorizzare le competenze interne piuttosto che disperderle. “Noi lavoratori di Amet Spa esprimiamo con fermezza la nostra contrarietà al licenziamento dei cinque colleghi ausiliari della sosta”, ha dichiarato Di Lernia, “e chiediamo la loro ricollocazione all’interno del settore elettricità dell’azienda”.

Il gruppo sostiene che la lunga esperienza di questi lavoratori, in servizio da 14 anni, rappresenti un valore aggiunto per Amet, che potrebbe trarne vantaggio integrandoli in un settore differente piuttosto che lasciarli andare. “La loro esperienza rappresenta un valore per l’azienda”, aggiungono, “che potrebbe impiegarli in un altro settore, invece di disperderne le competenze”.

L’appello è rivolto direttamente al Consiglio di Amministrazione di Amet, a cui i lavoratori chiedono di rivedere la decisione, considerandone l’impatto umano e sociale. “Un’azienda interamente pubblica quale Amet ha il dovere di operare nel rispetto dei propri dipendenti, garantendo loro dignità lavorativa e continuità occupazionale”, si legge nella petizione.

“Valorizzare le risorse interne sarebbe un’opportunità per Amet”, concludono, “mentre la perdita di questi lavoratori comporterebbe anche la dispersione di risorse già formate e integrate nella realtà aziendale”.

La questione ha suscitato l’interesse anche di Ornella Gelso (FdI), che ha messo in discussione la coerenza delle decisioni del Cda di Amet, composto da Caputo e Nenna. La Gelso domanda: “Se ci sono posti vacanti e possono essere ricoperti da questi dipendenti, perché licenziarli?”. La sua critica mira a evidenziare la possibile incongruenza delle scelte aziendali, chiedendo perché non si sia optato per mantenere i lavoratori nella condizione di attesa, in attesa di una possibile ricollocazione.

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Aurelio De Sanctis

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