Arca Puglia: Due donne multate per l’assalto agli uffici

Due donne multate di 500 euro per l’assalto agli uffici Arca Puglia. La zia si scusa, la nipote si difende.

Due donne sono state condannate a pagare una multa di 500 euro per aver fatto irruzione negli uffici dell’Arca Puglia a Bari. L’episodio, avvenuto il 19 gennaio 2024, ha visto protagoniste una 50enne e sua nipote di 24 anni, che, secondo quanto riportato dalle telecamere di sorveglianza, avrebbero scavalcato il desk e minacciato i dipendenti, pretendendo interventi urgenti nell’alloggio popolare appena assegnato loro dal Comune nel quartiere San Paolo.

Zia e nipote si erano presentate presso gli uffici di via Crispi, dove, con tono aggressivo, avevano richiesto un intervento immediato per risolvere problemi all’impianto elettrico del loro nuovo alloggio. Nonostante le rassicurazioni del personale la situazione è degenerata generando un clima di caos. La 50enne, insoddisfatta delle risposte ricevute, ha avuto uno scatto d’ira, spingendo il divisorio in plexiglass della postazione e il monitor del computer verso l’addetta allo sportello, che si è protetta con le mani per evitare di essere colpita.

La scena, ripresa dalle telecamere interne, mostra le due donne scavalcare il front office, salendo sulle sedie e calpestando la scrivania per accedere alla parte posteriore degli uffici e poi al primo piano, dove hanno aggredito verbalmente un altro dipendente. È intervenuto anche Pietro De Nicolo, presidente di Arca, nel tentativo di ristabilire l’ordine, ma è stato, a sua volta, bersaglio di insulti.

L’arrivo della Polizia ha messo fine all’incidente, con le forze dell’ordine che hanno raccolto le testimonianze dei dipendenti minacciati e segnalato le due donne all’autorità giudiziaria. La Procura ha richiesto e ottenuto per entrambe una condanna alla pena pecuniaria di 500 euro per interruzione di pubblico servizio e violenza a un incaricato di pubblico servizio.

Successivamente, la 50enne ha ammesso di aver agito in modo spropositato, esprimendo la sua intenzione di scusarsi. Diversa la posizione della nipote, che ha deciso di impugnare il decreto penale, sostenendo di essere stata lì solo per accompagnare la zia e di aver cercato di fermarla, senza minacciare o aggredire nessuno. Sarà un giudice a stabilire la sua responsabilità nelle prossime settimane, in un’udienza che si preannuncia decisiva.

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Aurelio De Sanctis

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