Ex boss Marco Raduano collaboratore di giustizia
Per Marco Raduano, ex boss della mafia di Vieste, e per il suo ex braccio destro, Gianluigi Troiano diventati ‘pentiti’ si avvicina una importantissima data. Entrambi, divenuti collaboratori di giustizia, sono al centro di una vicenda e del consenguete processo che ha attirato l’attenzione nazionale.
Nel gennaio 2024, Troiano è stato arrestato a Granada, in Spagna, mentre Raduano è stato catturato in Corsica nel febbraio dello stesso anno. Entrambi avevano iniziato a collaborare con le autorità, fornendo informazioni cruciali che hanno permesso di smantellare un complesso traffico internazionale di droga. L’accusa sostiene che almeno sei complici, abbiano favorito la latitanza di Raduano dopo la sua audace evasione dal carcere di massima sicurezza Badu e Carros nel febbraio 2023.
Secondo le indagini, Raduano, fuggito calandosi dal muro di cinta del penitenziario, ha ricevuto supporto logistico e coperture da un gruppo di viestani. Questi avrebbero garantito ospitalità, veicoli, denaro e dispositivi di comunicazione sicura per evitare le forze dell’ordine. Inoltre, il gruppo è accusato di aver incendiato l’auto della madre di un altro collaboratore di giustizia nell’ottobre 2023, un atto intimidatorio che ha ulteriormente complicato il quadro delle accuse.
Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Bari, Gabriella Pede, ha accolto la richiesta della Direzione distrettuale antimafia di procedere con il giudizio immediato. Prima dell’inizio del processo, gli imputati hanno la possibilità di optare per un rito abbreviato, che potrebbe portare a una riduzione delle pene in caso di condanna.
Le parti civili coinvolte nel processo comprendono il Ministero della Giustizia, il Comune di Vieste, il Ministero della Salute e la vittima dell’incendio doloso. La decisione del tribunale sarà determinante non solo per i diretti interessati, ma anche per le comunità colpite dalle attività criminose
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