Scandalo appalti Asl Bari
Le indagini sulle presunte mazzette legate agli appalti della Asl di Bari si sono pericolosamente allargate , rivelando coinvolgimenti che lambiscono esponenti politici e dirigenti pubblici in Puglia. Il caso, nato da intercettazioni legate allo scandalo della Protezione civile, ha ora toccato figure di spicco all’interno della più grande azienda sanitaria della regione.
Tra i nomi coinvolti emergono quello dell’imprenditore Donato Mottola e del suo collega Francesco Girardi, oltre agli ingegneri della Asl Nicola Sansolini e Nicola Iacobellis. Le indagini si sono ampliate fino a coinvolgere Giovanni Mastrangelo, sindaco di Gioia del Colle, e Antonino Del Vecchio, dirigente comunale dei lavori pubblici della stessa città. Anche Lorenzo Fruscio, dirigente della Viabilità della Provincia Bat, è sotto la lente degli inquirenti, insieme ad un ex dirigente del Comune di Bitetto ora al Comune di Bari.
Le accuse ipotizzate vanno dalla turbativa d’asta alla corruzione aggravata, fino al falso. In particolare, si sospetta che Mottola abbia ottenuto appalti per la fornitura di moduli prefabbricati ai Comuni di Gioia del Colle e Bitetto tramite il pagamento di tangenti.
Un elemento critico dell’inchiesta riguarda le intercettazioni telefoniche che hanno rivelato un dialogo tra Lorenzo Fruscio e Lorenzo Marchio Rossi, vicepresidente della Provincia Bat e segretario provinciale. In una telefonata datata 7 febbraio 2024, Marchio Rossi sembra esercitare pressioni su Fruscio per ottenere un bando di gara prima che venga reso pubblico. Durante la conversazione, Marchio Rossi manifesta un tono di evidente contrarietà verso Fruscio, lamentandosi di non aver ricevuto la documentazione promessa.
“Ce l’ho con te – afferma Marchio Rossi -, sempre quel fatto, non mi interessa più e né faccio partecipare perché mi sono stancato e tu lo sai, anche là mi hai preso per i fondelli”. In risposta, Fruscio cerca di difendersi, “E no però vedi però là sta un lavoro di una settimana eh”. La conversazione prosegue in modo acceso, con Marchio Rossi che insiste, “Vedi che ti chiamerà un certo ingegner A… per avere delle notizie da parte di G… mio cugino, l’avevo già dato prima che litigassi con te”.
Le intercettazioni suggeriscono l’esistenza di “accordi collusivi tra gli ambienti della politica pugliese e diversi imprenditori”. Tuttavia, le ipotetiche condotte illecite non sono ancora oggetto di specifiche contestazioni, ma potrebbero rientrare nei nuovi accertamenti avviati per altri sei mesi.
Il procuratore Roberto Rossi e la pm Savina Toscani hanno richiesto la proroga delle indagini, approvata dal gip Giuseppe Ronzino. Gli sviluppi futuri potrebbero chiarire ulteriormente il quadro complesso di questo scandalo che ha già scosso profondamente il panorama politico e amministrativo della regione.
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