Corruzione Bari e provincia: coinvolto nelle indagini anche il sindaco di Gioia del Colle

Sotto indagine anche il sindaco di Gioia del Colle

Inchiesta sulla corruzione a Bari: prorogate le indagini su dirigenti e politici locali

L’inchiesta sulla corruzione che ha scosso la provincia di Bari si infittisce, portando alla luce nuovi dettagli e coinvolgendo figure di spicco della politica locale. A seguito dell’inchiesta che il 12 novembre 2024 ha portato all’arresto di dirigenti della Asl di Bari e di diversi imprenditori, emergono ulteriori sviluppi con il presunto coinvolgimento di altri funzionari pubblici e altri imprenditori per corruzione e turbativa d’asta.

Le indagini, condotte  dal procuratore Roberto Rossi e dalla pm Savina Toscani, sono state prorogate dal gip Giuseppe Ronzino e si concentrano su appalti aggiudicati tra la fine del 2021 e l’inizio del 2024. Gli appalti in questione sono stati assegnati alle società di Donato Mottola e Francesco Girardi, imprenditori già coinvolti in precedenti inchieste, e riguardano anche il coinvolgimento di dirigenti della Asl e di diversi Comuni.

Tra i nomi che emergono dall’inchiesta, spiccano Giovanni Mastrangelo, sindaco di Gioia del Colle, e Antonino Del Vecchio, dirigente dei lavori pubblici dello stesso Comune. Entrambi sono accusati di corruzione e turbativa d’asta. Mastrangelo, esponente del centrodestra, è stato menzionato per alcune intercettazioni circa un suo incontro con Donato Mottola, al quale un funzionario comunale avrebbe richiesto una tangente del 20%, successivamente ridotta al 10%.

Mottola, secondo le intercettazioni autorizzate dal gip Alfredo Ferraro,  sarebbe stato il beneficiario di appalti per la scuola primaria modulare di Bitritto e per altri lavori a Gioia del Colle. L’inchiesta ha inoltre sollevato dubbi anche sulla condotta di Lorenzo Fruscio, dirigente della Viabilità della Provincia Bat, e di un ex dirigente del Comune di Bitetto ora in servizio a Bari.

La portata delle indagini è stata estesa grazie al materiale acquisito non solo con le intercettazioni, ma anche con i sequestri di documentazione, compresi i dati recuperati dal cellulare di Mottola. Le chat su Telegram, considerate a prove,  svelano un sistema diffuso di mala getione della cosa pubblica, “Perché funziona così”, avrebbe affermato Mottola in merito alla necessità di pagare i funzionari per ottenere appalti.

L’inchiesta, che si interseca con altre indagini aperte in diverse Procure, punta a verificare le dichiarazioni dei dirigenti coinvolti e a confrontarle con gli atti relativi agli appalti contestati. La Procura, inoltre, ha già acquisito documenti riguardanti appalti vinti da Dmeco, la società di Mottola, a Gioia del Colle e Bitritto, e continua a esaminare tutti i materiali raccolti per far luce su un sistema di corruzione che sembra toccare diversi livelli della pubblica amministrazione.

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Sotto indagine anche il sindaco di Gioia del Colle

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Elvira Zammarano

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