‘H’ di Lidia Calvano
Storia di una disabilità fuori dagli schemi
Nella complessità della vita, esistono narrazioni che sanno intrecciare mistero e umanità, portando il lettore a esplorare mondi spesso invisibili. È il caso di Acca, un bambino di dieci anni – cieco, muto e gravemente disabile – che diventa il cuore pulsante di un racconto definito “diversamente giallo”. La voce narrante di Acca è al contempo spiritosa e profonda, capace di condurre chi legge in una realtà fatta di empatia e legami indissolubili.

Acca condivide una simbiosi tenera e intensa con sua madre, Marta, l’unica persona capace di comprendere il suo linguaggio silenzioso. Marta dedica ogni istante della sua esistenza al figlio, costruendo un rapporto che va oltre le parole, basato su gesti e sguardi che solo loro due possono interpretare. Tuttavia, questa routine quotidiana – tanto amorevole quanto complessa – viene sconvolta da un evento drammatico: l’omicidio della babysitter Teresa.
L’ispettore Ferrara, incaricato delle indagini, si trova di fronte a una situazione intricata. Acca, pur essendo un testimone prezioso, non può comunicare ciò che ha visto o sentito se non attraverso sua madre. Questo segreto, custodito nel silenzio, trasforma sia Acca che Marta in bersagli dell’assassino, aggiungendo un ulteriore strato di tensione alla narrazione.
Il romanzo si distingue per la sua capacità di alternare momenti di leggerezza e suspense, tenerezza e colpi di scena. La storia del crimine, sebbene centrale, passa in secondo piano rispetto alla profonda esplorazione della disabilità e del rapporto tra i protagonisti. Nella prima parte del libro, l’attenzione si concentra sulla psicologia dei personaggi, mentre la seconda parte si arricchisce di eventi inaspettati che mantengono alta l’attenzione del lettore.
L’autrice dimostra una padronanza notevole della materia, trattando la disabilità con competenza e sensibilità. Senza mai giudicare, riesce a far emergere il punto di vista di un bambino, offrendo una narrazione intensa e priva di filtri. Il libro, breve ma profondo, offre una rappresentazione dolce e diretta della disabilità, invitando il lettore a riflettere sul significato dell’amore e della comunicazione.
Per chi desidera immergersi in una lettura che sfida i confini del genere giallo tradizionale, questo romanzo rappresenta una scelta ideale. Una storia che si chiude con la risoluzione del delitto, ma che al contempo apre nuove prospettive di vita per Acca e Marta, lasciando un segno indelebile nel cuore di chi legge.
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‘H’ di Lidia Calvano