Bari: Polemiche su un post social di un’infermiera. Sanzioni per possibili violazioni deontologiche

Madre non riconosce la figlia dopo il parto: l”infermiera la definisce sui social “senza cuore”

A Bari, un episodio ha acceso il dibattito sulla sensibilità e la privacy nei confronti delle madri che scelgono di non riconoscere i propri figli. Una donna, dopo aver partorito, ha lasciato la sua neonata in ospedale, scatenando il giudizio di un’infermiera. La professionista ha pubblicato un post sui social network, definendo la madre “senza cuore” e diffondendo un’immagine della piccola.

Il post, che è stato successivamente rimosso, ha suscitato grande scalpore e l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Bari ha avviato un’indagine per verificare possibili violazioni del codice deontologico. L’episodio si inserisce in un più ampio contesto di discussione su temi delicati come la maternità, l’aborto e le adozioni, particolarmente rilevanti in Italia, dove la gestazione per altri è diventata un reato a giurisdizione universale.

L’infermiera, nel suo post, ha descritto la scelta della madre come una decisione di “freddezza inaudita”. Sebbene l’intento potesse essere quello di sensibilizzare la comunità e raccogliere beni per la neonata, le conseguenze sono state inaspettate. Saverio Andreula, presidente dell’Ordine di Bari, ha dichiarato: “Eseguiremo tutti gli accertamenti che il caso impone e adotteremo l’opportuno provvedimento di competenza, nel determinare eventuali sanzioni a carico dell’iscritta”.

Nel frattempo, l’infermiera ha presentato una memoria difensiva, sottolineando che il suo obiettivo era di aiutare la comunità a prendersi cura della neonata. Tuttavia, la diffusione di immagini non autorizzate e commenti personali hanno sollevato questioni etiche e professionali che ora devono essere chiarite.

Secondo Luigi Orfeo, presidente della Società Italiana di Neonatologia (Sin), il fenomeno dei neonati non riconosciuti è in calo. “Non abbiamo dati recenti, ma è in diminuzione nella popolazione generale e anche tra le donne straniere”, ha spiegato Orfeo. “Questo significa che le alternative sicure come il parto anonimo in ospedale stanno funzionando”. Tra luglio 2013 e giugno 2014, un’indagine della Sin ha rilevato che, su 80.060 bambini nati, 56 non sono stati riconosciuti dalle madri italiane.

Orfeo ha sottolineato come il sistema legislativo italiano preveda il parto in anonimato, offrendo alle madri la possibilità di lasciare i neonati in ospedale in modo sicuro e protetto. Le misure garantiscono sia la riservatezza della donna sia la sicurezza del neonato, che viene affidato a personale competente fino all’adozione.

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Madre non riconosce la figlia dopo il parto

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Elvira Zammarano

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