Corruzione elettorale in Puglia: Conclusione delle indagini per 18 soggetti
La Procura di Bari ha ufficialmente concluso le indagini su due associazioni per delinquere, accusate di aver manipolato l’esito delle elezioni nel Comune di Grumo Appula e nella Regione Puglia (20 e 21 settembre 2020) e nel Comune di Triggiano (3 e 4 ottobre 2021). Il cerchio si stringe attorno a 18 indagati, tra cui Alessandro ‘Sandrino’ Cataldo, noto fondatore del movimento politico Sud al Centro, e sua moglie, l’ex assessora regionale ai Trasporti Anita Maurodinoia del Partito Democratico.
Cataldo, accusato di essere il promotore del sistema di voto a pagamento, avrebbe giocato un ruolo centrale in queste operazioni illecite. La moglie, soprannominata ‘Lady preferenze’, si è dimessa dall’incarico e dal partito nell’aprile scorso, a seguito dell’arresto del marito e di altri indagati. Cataldo avrebbe offerto voti a pagamento e posti di lavoro in cambio di supporto elettorale, un’accusa che ora potrebbe portare a un rinvio a giudizio per lui e per la moglie.
Secondo l’accusa, Anita Maurodinoia partecipava all’associazione al fine di garantirsi l’elezione, delegando al marito la gestione dei rapporti diretti con gli altri sodali e con gli elettori. Nel 2019, la Maurodinoia fu eletta nel consiglio comunale di Bari con oltre 6.000 voti, e l’anno successivo, candidata alle Regionali con il PD, ottenne quasi 20.000 preferenze.
Un’altra associazione criminale, sempre promossa da Cataldo ma senza la partecipazione della Maurodinoia, operava a Triggiano per favorire l’elezione a sindaco di Antonio Donatelli. Donatelli è stato arrestato il 4 aprile scorso, ma è stato successivamente scarcerato, dopo essersi dimesso dall’incarico.
Nel dettaglio dell’avviso di fine indagine, sono stati contestati diversi reati, tra cui calunnia ai danni di appartenenti alla Guardia di Finanza, accusati di aver redatto verbali falsi, due episodi di corruzione (uno riguardante un compenso per una nomina al Comune di Triggiano, l’altro attribuito a Cataldo e al medico Giuseppe Siciliani. Siciliani, direttore della Lungodegenza post acuzie di Triggiano, che avrebbe rilasciato un certificato medico falso per aiutare un indagato a farsi annullare una multa per guida senza patente. In cambio, Cataldo avrebbe promesso a Siciliani il mantenimento del ruolo di responsabile dell’unità operativa, grazie all’interessamento suo e della moglie.
Le indagini hanno messo in luce un sistema complesso e ben organizzato, che ha visto coinvolti diversi livelli della politica locale. La conclusione delle indagini rappresenta un passo significativo verso la giustizia, con la Procura di Bari pronta a chiedere il rinvio a giudizio per i 18 indagati.
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