Vito Lorusso accusato di peculato e ricettazione
L’ex primario di Oncologia medica dell’Istituto Tumori “Giovanni Paolo II” di Bari, Vito Lorusso, è stato rinviato a giudizio per peculato e ricettazione, insieme a due infermiere, Lidia Scarabaggio e Donata Acquaviva. Lorusso, già detenuto dopo aver patteggiato una pena di cinque anni per peculato e concussione, è accusato di essersi appropriato di farmaci e dispositivi medici di proprietà dell’ospedale. Il processo inizierà il 5 ottobre 2024.
L’inchiesta coinvolgeva 12 persone tra medici, infermieri e operatori sanitari. L’accusa è di essersi impossessati di medicinali destinati ai pazienti oncologici. Durante l’udienza preliminare, la gip Ilaria Casu ha emesso diverse sentenze: una condanna, un’assoluzione, sette patteggiamenti e tre rinvii a giudizio.
Tra i principali imputati spicca il nome di Vito Lorusso, già noto per precedenti penali legati a concussione e peculato. Oltre a lui, anche le infermiere Scarabaggio e Acquaviva dovranno rispondere delle accuse.
Sette imputati hanno scelto la via del patteggiamento. Onofrio Costanzo, Maria Longo, Maria Elizabeth Pompilio, Michele Antonacci, Carlo Romito, Basilio Damiani e Vincenzo Senese hanno ottenuto pene comprese tra uno e due anni, con la sospensione della pena per sei di loro. Solo l’operatore socio-sanitario Onofrio Costanzo, a causa di precedenti penali, non ha beneficiato della sospensione della pena, venendo condannato a un anno e quattro mesi.
Tutti i patteggianti, dopo aver risarcito l’Istituto Tumori, sono stati interdetti dai pubblici uffici e dichiarati inabili a contrattare con la pubblica amministrazione per cinque anni. L’infermiere Vito Novielli è stato assolto “perché il fatto non sussiste”, mentre Emanuele Fino è stato condannato a un anno e quattro mesi con pena sospesa.
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