Maresciallo assolto, l’intervento del penalista La Scala
La vicenda giudiziaria che ha coinvolto il Maresciallo M.D.M. dei Carabinieri, accusato di ingiuria militare aggravata e molestia nei confronti di una collega, si è conclusa con un epilogo che riporta alla luce questioni di giurisdizione e interpretazione legale che riguardano la giustizia militare e quella ordinaria in Italia.
Il Maresciallo, in servizio al Comando Stazione Carabinieri di Toritto, è stato inizialmente rinviato a giudizio davanti al Tribunale Militare Penale di Napoli competente per l’intero sud Italia con l’accusa di aver usato espressioni offensive nei confronti di una giovane carabiniera del suo reparto. Nonostante l’assenza di una denuncia formale da parte della presunta vittima, la Procura Militare ha proceduto con l’imputazione, che in seguito ha subito un significativo cambiamento di prospettiva.
Durante il processo, la difesa, rappresentata dall’avvocato penalista Antonio La Scala, ha sostenuto con efficacia l’assenza di elementi configuranti il reato di ingiuria militare, spostando l’attenzione sulla distinzione legale tra ingiuria e molestia. Il Tribunale Militare, accogliendo questa linea difensiva, ha dichiarato il proprio difetto di giurisdizione, trasferendo gli atti alla Procura Ordinaria di Bari per ulteriori indagini.
A Bari, dopo un’approfondita investigazione, il Procuratore Roberto Rossi ha proposto l’archiviazione del caso per insussistenza del fatto, richiesta che è stata accolta dal Giudice per le Indagini Preliminari, Dottor Battista. Questa decisione ha posto fine a tre anni di incertezze e sofferenze per il Maresciallo M.D.M., durante i quali ha subito notevoli danni relativamente all’immagine, alla carriera e all’onore, senza fondamento.
Il caso solleva questioni importanti riguardo le difficili sfide che i militari possono incontrare nel sistema giudiziario e nel corso delle loro carriere. La distinzione tra i reati di ingiuria e molestia è sottile ma fondamentale, poiché le implicazioni legali e le conseguenze personali per l’accusato possono essere drasticamente diverse. La decisione di dichiarare il difetto di giurisdizione del Tribunale Militare evidenzia la complessità delle norme che regolano le condotte all’interno delle forze armate, spesso soggette a interpretazioni che possono estendersi al di fuori del contesto militare.
Questa vicenda, inoltre, mette in luce il delicato equilibrio tra protezione dell’onore e della carriera dei militari e la necessità di tutelare i diritti dei singoli, specialmente in un ambiente strettamente gerarchico come quello delle forze armate. La mancanza di una denuncia formale dalla presunta vittima solleva interrogativi sulla cultura interna e sulle pressioni che possono influenzare il silenzio in casi di presunto abuso.
il proscioglimento di M.D.M. rappresenta, dunque, non solo la fine di un lungo percorso giudiziario per il militare, ma anche un momento di riflessione per le istituzioni su come vengono gestiti i casi di ingiuria e molestia all’interno delle forze armate. Questa vicenda serve come un importante promemoria della necessità di trasparenza, di giustizia equa e dell’importanza del supporto legale competente, evidenziato dall’intervento decisivo dell’avvocato La Scala, nel difendere i diritti individuali senza trascurare le responsabilità professionali.
“Questo caso ha dimostrato l’importanza di un esame attento e scrupoloso delle prove prima di procedere con accuse gravi. La giustizia non solo deve essere fatta, ma deve anche essere percepita come tale. Dal primo momento, abbiamo sostenuto l’innocenza del mio assistito, e le decisioni del Tribunale Militare e successivamente del GIP di Bari hanno confermato la nostra posizione. È fondamentale che il sistema giuridico separi chiaramente le definizioni e le giurisdizioni tra reati militari e civili per prevenire malintesi e garantire che ogni individuo riceva un trattamento equo e giusto. Questo processo è stata una testimonianza dell’efficacia del nostro sistema legale nel proteggere i diritti individuali pur rispettando le specificità delle istituzioni militari.”
Maresciallo assolto, l’intervento del penalista La Scala