Eutanasia
Il Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale (MEIC), l’Ufficio diocesano pastorale della salute e l’Arcidiocesi di Bari-Bitonto hanno promosso una tavola rotonda sul tema di estrema attualità del rispetto della dignità dell’essere umano nello stadio finale della propria esistenza terrena.
Tale tema sarà al centro di un incontro che si terrà in data 03 maggio 2024, alle ore 17.15, presso la Biblioteca “Ricchetti”, in Bari, alla Via Sparano n. 145.
Quella del “fine vita” è una tematica piuttosto delicata, oltre che complessa, in quanto non incide solo sul piano della scelta del singolo individuo ma implica valutazioni sotto un profilo più ampio, etico e sociale, oltre che giuridico.
L’articolo 2 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo nega il diritto alla morte e promuove, contestualmente, quello alla vita: “il diritto alla vita di ogni persona è protetto dalla legge. Nessuno può essere intenzionalmente privato della vita salvo che in esecuzione di una sentenza capitale pronunciata da un tribunale, nel caso in cui il reato sia punito dalla legge con tale pena”.
Il diritto alla vita trova tutela anche nell’articolo 2 della Costituzione italiana.
Secondo la Corte Costituzionale il diritto alla vita viene rafforzato, in sede penale, dallo specifico divieto della pena di morte stabilito nell’articolo 27, comma 4, della stessa Carta.
Anche la Chiesa Cattolica rifiuta il diritto alla morte poiché considera il bene vita indisponibile ed inviolabile non solo dalle istituzioni private e pubbliche ma, in particolar modo, dallo stesso uomo.
Al contempo si pone il delicato interrogativo circa i limiti a terapie che potrebbero trasformarsi in un accanimento terapeutico e la contestuale protezione della dignità dell’essere umano nello stadio terminale della propria esistenza.
Relazioneranno sul tema il Direttore dell’ufficio diocesano della Pastorale della Salute, don Antonio Stizzi, il prof. Paolo Stefanì, docente di Diritto Canonico ed Ecclesiastico presso L’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari , il prof. Francesco Bellino, docente di Bioetica presso L’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari, il dott. Tommaso Fusaro, Direttore Hospice, – Fondazione “Opera Santi Medici” Bitonto.
Le conclusioni saranno affidate all’Arcivescovo di Bari-Bitonto, S.E. Mons. Giuseppe Satriano.
Alla base della domanda di eutanasia si trova la ricerca di una morte benefica, fornita dai terzi a colui che la richiede, per mettere fine alla propria sofferenza, considerata intollerabile ed inutile.
Se essere degni significa essere liberi, il fatto di imporre alla persona una vita che non sente come propria minaccerebbe la sua dignità. Il rispetto della persona esige innanzitutto l’osservanza delle volontà, delle scelte, dei valori e dello stile di vita della stessa che altro non sono che il riflesso di quella libertà di cui ha goduto durante la propria esistenza.
che, senza dubbio, comporta valutazioni sociale e sulle quali il confronto, non solo tra giuristi, appare necessario ed imprescindibile e da svilupparsi scevro da approcci prevalentemente se non meramente ideologici, da fronti contrapposti, che non servirebbero a trovare soluzioni adeguate a salvaguardare la dignità della persona in uno con la solidarietà che deve permeare l’agire dei consociati.
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